WhatsApp e ormai entrato nell’uso quotidiano di tutti noi che possediamo un cellulare e quasi sempre abbiamo scaricato l’omonima app di messagistica istantanea.
WhatsApp è un’applicazione informatica creata nel 2009 da WhatsApp Inc. la quale, dal 19 febbraio 2014, è entrata a far parte del gruppo Meta. E’ indubbiamente l’invenzione rivoluzionaria che ha cambiato i metodi della comunicazione di miliardi di utenti telefonici in tutto il mondo, facendoci cambiare anche le nostre abitudini e sostituendo alle telefonate tradizionali, messaggi audio e video brevi o mediamente lunghi, fotografie personali, luoghi, contatti telefonici e negli ultimi anni telefonate e video chiamate.
Nell’ultimo anno WhatsApp è diventata anche un app. commerciale, per cui oltre alla condivisione di semplici messaggi, alcuni hanno potuto aprire dei veri propri negozi per vendere, attraverso una rete di contatti propri o, scaricati da Internet, delle vere e proprie reti commerciali per vendere servizi e prodotti. Tutto è andato bene fino a quando pochi mesi fa il TILT di WhatsApp; oltre ad aver creato un’isteria collettiva, ha mandato in frantumi milioni di euro di scambi commerciali.
Oggi voglio parlarvi di tre errori comuni che ognuno di noi fa utilizzando WhatsApp dal proprio cellulare.
- Nonostante WhatsApp abbia garantito l’inserimento della crittografia “End to End”, l’errore più comune, che ognuno di noi commette, è la condivisione di dati personali, fotografie, video e spesso anche dati sensibili, attraverso questa app che, come anzidetto, è un’applicazione informatica che utilizza un server nel web. E’ chiaro che condividendo, ognuno di noi lascia delle tracce, le famose tracce che si trovano anche attraverso le indagini OSINT; per questo motivo anche se stiamo parlando con amici del cuore, amanti, coniugi, genitori, figli, dobbiamo essere più gelosi dei dati che trasferiamo su WhatsApp: l’utilizzo di un server remoto non rende sicurissimi i nostri dati! Molti proprio per questo, preferiscono altre App come Telegram o Signal che vengono considerati sistemi di messaggistica più sicuri dal punto di vista della privacy.
- Un altro errore comunissimo viene fatto utilizzando la comodissima funzione WhatsApp web, che consente di usare l’applicazione su qualsiasi computer. Ecco state molto attenti! Bisogna sapere che è necessario a fine giornata disconnettere il telefonino da qualsiasi collegamento remoto, pena nel caso dimenticaste di farlo, il furto di dati attraverso un virus del PC e comunque la possibilità che qualcuno, che ha accesso al nostro PC, potrebbe successivamente leggere tutte le nostre chat.
- Un altro luogo comune, un errore che molti commettono, è quello di disattivare il backup automatico il quale, attenzione, non è in questo caso un rischio per i vostri dati che già potrebbero essere stati rubati, ma una utilissima funzione nel caso di errore nella cancellazione di un messaggio ricevuto o trasmesso, considerando anche l’attuale legge che considera i messaggi scambiati attraverso WhatsApp di validità legale.
Un consiglio prezioso che vi do, oltre a quanto detto, è quello di disattivare il download automatico dei media dal vostro cellulare, questo si può ottenere direttamente dalle impostazioni/ Spazio e dati/ Download automatico: solo se connessi a Wi.Fi. In questo modo potrete risparmiare prezioso spazio nella memoria del telefono e preziosissimo consumo di dati di connessione; la soluzione nel caso si volessero scaricare film o video di minore durata, è quello di utilizzare WiFi senza limiti e, perché no, anche pubblici.
Un altro consiglio prezioso è prudenza nel condividere le proprie foto anche negli stati emozionali, perché anche questi possono essere copiati con dei piccoli trucchetti da chiunque conosca il vostro cellulare anche se non inserito nella vostra rubrica telefonica.
In ultimo ma non meno importante, voglio ricordare ai lettori dell’articolo che l’invio di screenshott di una conversazione verso terzi, costituisce una grave violazione della legge sulla privacy, nella quale è espressamente vietato il trattamento dei dati personali senza il consenso del titolare ed è, altresì, considerato un reato penale punibile con la reclusione da 3 mesi a 2 anni, per il mancato rispetto dei provvedimenti del Garante della Privacy o l’ammenda da 10.000 a 50.000 euro.
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