Tra disoccupate e inattive, sono quasi 10 milioni le donne in Italia escluse, di fatto, dal mercato del lavoro: si tratta di 1,2 milioni di persone di genere femminile senza occupazione e 8,5 milioni che non cercano alcuna attività lavorativa. Questi i dati principali che emergono da una analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo cui sul 23 milioni di soggetti occupati, 9,7 milioni sono donne e 13,5 milioni sono uomini. “La strada da percorrere per ridurre il cosiddetto gender gap è ancora molto lunga e tutti devono dare il loro contributo: le imprese, i sindacati, le associazioni di categoria, il governo. Proprio dalle istituzioni ci aspettiamo di più, in termini di misure dedicate per colmare i divari sia in termini di numero di occupati sia sul versante dei salari sia per quanto riguarda la vita familiare e il sostegno ai figli” commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati dell’Istat, in Italia il totale delle persone occupate ammonta a 23,2 milioni di persone: di queste, 13,5 milioni sono uomini e 9,7 milioni sono donne. In termini percentuali, l’universo delle persone in attività è al 58,1% di sesso maschile e al 41,9% di sesso femminile. Per quanto riguarda i 2,7 milioni di disoccupati, 1,4 milioni sono uomini (52,8%) e 1,2 milioni sono donne (47,2%). Osservando, poi, il recinto dei soggetti inattivi tra i 15 e i 64 anni, il divario tra uomini e donne è ancora più marcato: su 13,2 milioni di persone, 4,7 milioni sono uomini e 8,5 milioni sono donne. In termini percentuali, tra gli inattivi il 64,3% sono donne e il 35,7% sono uomini: sono donne due persone su tre, tra quelle che non cercano una occupazione, non la cercano più o non la hanno mai cercata. Se, poi, si sommano gli inattivi e i disoccupati, si scopre che 9,7 milioni di donne sono, di fatto, escluse dal mercato dell’occupazione, mentre sono 6,1 milioni gli uomini in questa situazione.
“Abbiamo bisogno di incentivi fiscali, di un piano strategico su scala nazionale per rendere davvero paritario non solo l’accesso al mercato del lavoro, ma anche per stabilire un piano di gioco livellato, tra lavoratrici e lavoratori, all’interno delle aziende” aggiunge il presidente Ferrara. “C’è ancora molta disparità, soprattutto per quanto riguarda le posizioni di vertice nelle imprese, ma noi siamo convinti, e la struttura apicale di Unimpresa lo dimostra, che le donne possono dare un contributo importante per lo sviluppo della società e dell’economia” osserva ancora Ferrara.
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