“L’accesso al credito per le piccole e medie imprese italiane è di fatto bloccato. Il mix delle regole di Basilea 3 e di tassi di interesse altissimi rappresenta un ostacolo altissimo e ormai permanente per chi, fra quanti guidano le pmi, prova in questa fase a ottenere liquidità da parte delle banche. Nelle parole del presidente Abi, Antonio Patuelli, del governatore della Banca d’Italia, Ignazio visco, e del ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, non ho trovato alcun riferimento a questo argomento nei ragionamenti costruttivi per superare le emergenze”.
Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, che oggi ha partecipato all’assemblea annuale dell’Associazione bancaria italiana.
“La politica monetaria restrittiva attuata dalla Banca centrale europea, teoricamente finalizzata a contenere l’aumento dell’inflazione, è ben lontana dai risultati sperati.non solo i livelli dei prezzi restano altissimi, ma soprattutto l’incremento del costo del denaro sta producendo un calo dei consumi e sta mettendo in difficoltà le imprese che vogliono investire. Il rischio di un rallentamento dell’economia italiana è sempre più probabile. Non si capisce perché, in questo quadro di incertezze economiche e finanziarie, le banche centrali, compresa quella italiana, vogliano puntare ancora di più sulla rapida introduzione delle valute digitali e su un maggiore utilizzo della moneta elettronica: se si tratta senza dubbio del futuro prossimo, le innovazioni tecnologiche oggi azzerano le possibilità di gestire flussi finanziari e liquidità con maggiore flessibilità. I recenti obblighi introdotti dal legislatore per favorire lo sviluppo dei pagamenti elettronici si traducono in un costo ingiusto e insostenibile per le attività imprenditoriali più piccole oltre a essere fuori da qualsiasi logica di mercato” aggiunge Spadafora.
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