E’ il commento del segretario generale di Unimpresa Agricoltura, Emilio Ferrara.
I prodotti ortofrutticoli di quarta gamma sono quelli destinati all’alimentazione umana freschi che, dopo la raccolta, sono sottoposti a processi tecnologici di minima entità nelle fasi di selezione, cernita, eventuale monda e taglio, lavaggio, asciugatura e confezionamento in buste o in vaschette sigillate e pronti per il consumo.
“Bene la definizione dei requisiti igienici e sanitari soprattutto con riferimento a batteri patogeni come Salmonella, Listeria ed Escherichia coli – prosegue Ferrara – Non ci sembra, invece, si sia fatto abbastanza per migliorare le informazioni specifiche da riportare sulla confezione in particolare per l’indicazione del paese di origine o luoghi di provenienza laddove i prodotti ortofrutticoli di quarta gamma presenti in una confezione provengono da uno o più Stati membri dell’Unione Europea o paesi terzi, il nome completo del paese di origine può essere sostituito da una delle seguenti diciture: miscuglio di prodotti ortofrutticoli dell’Ue; miscuglio di prodotti ortofrutticoli dei paesi terzi; miscuglio di prodotti ortofrutticoli dell’Ue e dei paesi terzi. Onestamente ci sembra un salto indietro di molti anni quello di non prevedere l’obbligo di indicare il Paese di origine quando questo è situato fuori dell’Unione europea”.
“Dai rapporti dell’EFSA – continua il segretario generale di Unimpresa Agricoltura – sappiamo che la maggior parte di alimenti con residui oltre i limiti consentiti sono prodotti importati da Paesi fuori dall’Unione europea, vorremmo pertanto che i consumatori siano in grado di sapere se stanno comprando, ad esempio, insalate della Svizzera piuttosto che dell’Algeria o della Tunisia. Ci sono grandissime differenze tra paese e paese e tutti devono poter scegliere in maniera consapevole ciò che mangiano. Gli ortofrutticoli italiani destinati alla IV gamma sono, naturalmente, il meglio che si può trovare sul mercato, ma trovandosi nella necessità di comprarli di altri paesi, meglio scegliere quelli di origine comunitaria, non in miscuglio con quelli di paesi terzi all’UE e, comunque, eventualmente anche tra questi preferire quelli che danno maggiori garanzie di salubrità ed igiene.
Uno sforzo maggiore da parte dei tre ministeri era sicuramente possibile, speriamo che prima del perfezionamento ci possano essere dei miglioramenti a tutela delle eccellenze italiane compresi gli ortofrutticoli di IV gamma”.
Ufficio Stampa Unimpresa
A cura di Ago Press
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