Più fa male la recessione, più si fa lunga la lista delle aziende nei guai, ultimo il caso dell’automobile francese (sulla scia delle grandi incertezze sugli stabilimenti italiani della Fiat), più è pronto a scattare il riflesso difensivo. È naturale ciò accada, ma ora la tensione sta salendo al massimo grado. Sotto tiro la Commissione europea, che con il mandato dei governi europei negozia i trattati commerciali. Parigi è all’attacco, per la verità con intensità non molto diversa da quando all’Eliseo c’era Nicolas Sarkozy. L’Antitrust guidato dallo spagnolo Joaquin Almunia è prudentissimo, dovrà analizzare il piano Psa Peugeot Citroen, 7 miliardi di euro garantiti dallo Stato per puntellare la banca del gruppo per capire se si tratta di aiuti di stato illegali. Anche Berlino e Roma hanno gli occhi puntati su Bruxelles.
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