La chiusura di quasi 10mila negozi è un dato «drammatico» che dipende «unicamente dal fatto che le famiglie sono nel baratro» e non arrivano a fine mese. L’aumento dell’Iva di luglio, quindi, sarebbe «un attentato in piena regola», che peserebbe su una famiglia di 3 persone 209 euro su base annua. Il Codacons commenta così i dati odierni di Confesercenti, secondo cui a gennaio e a febbraio nel solo settore della distribuzione commerciale sono spariti quasi 10.000 negozi, un crollo pari al 50%. «La soluzione al problema – evidenzia – dovrebbe vedere uniti consumatori e commercianti». Dunque, la soluzione non è quella prospettata da Confesercenti, che il 17 marzo si mobilita contro le aperture domenicali, prosegue l’associazione, ma dovrebbe essere «l’abbassamento delle tasse sborsate dal ceto medio-basso che ha pagato per risanare i conti e rimediare ad una crisi creata da banche, speculatori finanziari e politici irresponsabili». Per questo il Codacons «invita Confesercenti per il 17 marzo a raccogliere le firme contro l’aumento dell’Iva di luglio e non contro le aperture domenicali. Se accettasse – conclude l’associazione – la nostra proposta allora anche il Codacons aderirebbe alla manifestazione ed inviterebbe i consumatori a mobilitarsi per firmare l’appello».
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