Mentre Milano attonita osserva le ferite inferte da facinorosi delinquenti e purtroppo quasi sempre impuniti, vale la pena tornare su quanto Papa Francesco ha detto, attraverso un messaggio video, il giorno dell’inaugurazione dell’Expo 2015. Anche perché Unimpresa ha nel Dna i valori espressi e che sono patrimonio della Dottrina sociale della Chiesa. Essi sono di fatto continuamente richiamati, oltre che nell’ordinaria attività, pure dagli interventi del presidente Paolo Longobardi.
Colpisce il mettersi tra i tanti poveri del mondo intero per farsi loro voce e auspicare la globalizzazione della solidarietà utile anche per arginare la globalizzazione dell’indifferenza che tanto dilaga. “La Expo è un’occasione propizia per globalizzare la solidarietà. Cerchiamo di non sprecarla ma di valorizzarla pienamente!” ha detto con voce pacata ma ferma il santo Padre.
Sarà ascoltato? Del dubbio pare esserne consapevole lo stesso Francesco che, ringraziando il Signore per l’argomento importante ed essenziale “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, dice “purché non resti solo un “tema”, purché sia sempre accompagnato dalla coscienza dei “volti: i volti di milioni di persone che oggi hanno fame, che oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano”.”
E sul volto insiste “vorrei che ogni persona, a partire da oggi, ogni persona che passerà a visitare la Expo di Milano, attraversando quei meravigliosi padiglioni, possa percepire la presenza di quei volti. Una presenza nascosta, ma che in realtà deve essere la vera protagonista dell’evento: i volti degli uomini e delle donne che hanno fame, e che si ammalano, e persino muoiono, per un’alimentazione troppo carente o nociva”.
Quanti, prodighi negli insulti verso i migranti e addirittura artefici di invettive ed auspici disumani, hanno il coraggio di guardare negli occhi chi fugge dalla miseria e spesso, quando non inghiottiti dal mare, si trovano tra le braccia di mafiosi e trafficanti di carne umana senza scrupoli? Un incrocio di sguardi, probabilmente cambierebbe molte cose.
Di certo contribuirebbe alla sterzata di ottica a cui il Papa invita “facciamo in modo che questa Expo sia occasione di un cambiamento di mentalità, per smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane, ad ogni grado di responsabilità, non abbiano un impatto sulla vita di chi, vicino o lontano, soffre la fame. Penso a tanti uomini e donne che patiscono la fame, e specialmente alla moltitudine di bambini che muoiono di fame nel mondo”.
La grande sfida per il Pontefice è “smettere finalmente di abusare del giardino che Dio ci ha affidato, perché tutti possano mangiare dei frutti di questo giardino. Assumere tale grande progetto dà piena dignità al lavoro di chi produce e di chi ricerca nel campo alimentare”.
Dalla percezione dei volti parte anche la non dimenticanza di chi lavora per la dignità “i volti di tutti i lavoratori che hanno faticato per la Expo di Milano, specialmente dei più anonimi, dei più nascosti, che anche grazie a Expo hanno guadagnato il pane da portare a casa. Che nessuno sia privato di questa dignità! E che nessun pane sia frutto di un lavoro indegno dell’uomo!”
Un gigante tra i nani di oggi.
Alfonso D’Alessio
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