“Stabilire se è opportuno o meno concedere un prestito o un affidamento sulla base di freddi numeri e business plan – spiega il presidente di Unimpresa – corre il rischio di negare denaro a chi ha le carte in regola per stare sul mercato con qualità e prospettive”. Longobardi, poi, spiega di “aver accertato, anche con indagini rapide tra le 130mila micro, piccole e medie imprese associate, la restrizione delle concessioni di credito con modalità che riteniamo inaccettabili: allo sportello vengono praticati tassi di interesse da capogiro oppure chieste garanzie ulteriori rispetto a quelle standard che rendono nei fatti impossibili accedere ai finanziamenti”.
Di qui la richiesta, già avanza nelle scorse settimane, al Governo e al Parlamento, di “vigilare attentamente sulle iniezioni di liquidità della Banca centrale europea: con le due aste all’1% sono stati immessi circa 240 miliardi di euro nel circuito bancario che non vengono girati alla cosiddetta economia reale”. E ancora: “Nel 2008 erano state attribuite precise prerogative ai prefetti proprio nel monitoraggio del territorio, ma i tavoli di lavoro, che avrebbero dovuto coinvolgere sia le banche sia le associazioni imprenditoriali non sono mai stati attivati, salvo rare eccezioni: è venuta l’ora di farlo”.
a cura del Servizio Ufficio Stampa Ago Press
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