Il presidente Longobardi: “Tolto l’ossigeno alle imprese per finanziare lo Stato sprecone”.
Più soldi allo Stato, meno ai privati in particolare alle aziende. Negli ultimi 12 mesi sono saliti di oltre 22 miliardi di euro i prestiti bancari alla pubblica amministrazione mentre sono calati di 19 miliardi i finanziamenti alle aziende. Da maggio 2014 a maggio 2015, il credito al settore pubblico è salito da 1.892 miliardi a a.1915 miliardi e il credito al settore privato (aziende e famiglie) è sceso da 1.420 miliardi a 1.402 miliardi. Questi i dati principali di un’analisi del Centro studi di Unimpresa.
Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, i finanziamenti alla pubblica amministrazione sono passati dai 1.892,8 miliardi di maggio 2014 ai 1.915,4 miliardi di maggio 2015, con un incremento di 22,6 miliardi (+1,20%). Nel dettaglio sono saliti da 629,5 miliardi a 662,4 miliardi i finanziamenti fino a 1 anno (breve termine) con un aumento di 32,8 miliardi (+5,22%); sono passati da 205,1 miliardi a 219,9 miliardi i finanziamenti fino a 5 anni (medio periodo) con un incremento di 14,9 miliardi (+7,3%); sono invece calati di 24,9 miliardi (-2,36%) i finanziamenti di lungo periodo (oltre 5 anni) scesi da 1.058,2 miliardi a 1.033,2 miliardi.
Mentre cresce il credito alla pubblica amministrazione, persiste la serrata dei rubinetti del credito ai “privati”, calato nell’ultimo anno al ritmo di quasi 1,5 miliardi al mese. Da maggio 2014 a maggio 2015, il totale dei finanziamenti al settore privato è diminuito di 17,8 miliardi di euro passando da 1.420,1 miliardi a 1.402,1 miliardi. Ma la riduzione non interessa il comparto famiglie dove si registra una crescita di 1,2 miliardi, mentre sul versante delle imprese il calo è di 19,1 miliardi. Le erogazioni degli istituti di credito sono scese, complessivamente, dell’1,26% nell’ultimo anno. Resta critico, seppure con miglioramenti, il quadro per le imprese: nell’ultimo anno le aziende hanno assistito alla riduzione dei finanziamenti di quasi tutti i tipi di durata. Sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 8,7 miliardi (-2,92%) da 298,7 miliardi a 290,1 miliardi e quelli di lungo periodo (oltre a 5 anni) di 23,7 miliardi (-5,95%) da 399,6 miliardi a 375,8 miliardi, mentre quelli di breve periodo (fino a 5 anni), in controtendenza, sono cresciuti di 13,3 miliardi (+10,85%) da 123,5 miliardi a 136,9 miliardi. In totale, lo stock di finanziamenti alle imprese è comunque sceso da 821,9 miliardi a 802,8 miliardi con una diminuzione di 19,1 miliardi (-2,32%). Segnali positivi per le famiglie: meno prestiti personali per 2,1 miliardi (-1,12%) da 181,1 miliardi a 178,9 miliardi e giù anche il comparto mutui casa con le erogazioni degli istituti calate di appena 924 milioni (-0,26%) da 359,9 miliardi a 359,1 miliardi, dato che indica un sostanziale arresto della contrazione; in controtendenza il credito al consumo, salito di 4,1 miliardi (+7,30%) da 57,1 miliardi a 61,3 miliardi. In totale, lo stock di finanziamenti alle famiglie è lievemente aumentato in un anno da 598,1 miliardi a 599,3 miliardi con un incremento di 1,2 miliardi (+0,20%).
“E’ stato tolto l’ossigeno alle aziende, specie quelle più piccole, per finanziare lo Stato sprecone, che non è capace di razionalizzare la spesa pubblica e continua a gravare sulle spalle dei contribuenti. La riduzione del credito alle imprese, in particolare, suona come una beffa se allo stesso tempo si assiste a un corrispondente incremento della liquidità assicurata dalle banche allo Stato” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
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