Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, in totale le sofferenze sono passate dai 114,2 miliardi di luglio 2012 ai 139,7 miliardi di luglio 2013 (+22,3%) in aumento di 25,5 miliardi. Nel dettaglio, la quota delle imprese è salita da 75,7 miliardi a 95,3 (+25,8%) in aumento di 19,5 miliardi. La fetta relativa alle famiglie è cresciuta da 26,3 miliardi a 30,1 miliardi (+14,2%) in salita di 3,7 miliardi. Per le imprese familiari c’è stato un aumento di 1,7 miliardi da 10,6 miliardi a 12,4 miliardi (+16%). Le “altre” sofferenze sono passate invece da 1,4 a 1,8 miliardi (+36,9%) con 422 milioni in più.
Parallelamente c’è la serrata dei rubinetti del credito. Negli ultimi dodici mesi le banche hanno tagliato quasi 50 miliardi di euro a imprese e famiglie. Per le aziende la riduzione dei finanziamenti è stata di 41,6 miliardi (-4,71%), mentre per i cittadini il calo ha raggiunto 6,2 miliardi (-1,02%). Complessivamente, dunque, da luglio 2012 a luglio 2013 la diminuzione dei prestiti bancari al settore privato è stata di 47,9 miliardi (-3,20%). Lo stock di finanziamenti al settore privato è calato dai 1.496,3 miliardi di luglio 2012 ai 1.448,6 miliardi di luglio 2013 con una diminuzione di 47,9 miliardi.
Sempre grave, su base annuale, il quadro per le imprese: nell’ultimo anno le aziende hanno assistito alla riduzione dei finanziamenti di tutti i tipi di durata. Sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 18,4 miliardi (-5,42%) da 340,1 miliardi a 321,7 miliardi, i prestiti a medio periodo (fino a 5 anni) per 3,3 miliardi (-2,54%) da 130,5 miliardi a 127,2 miliardi e quelli di lungo periodo (oltre 5 anni) di 19,9 miliardi (-4,81%) da 413,5 miliardi a 393,6 miliardi. In totale lo stock di finanziamenti alle imprese è sceso da 884,1 miliardi a 842,4 miliardi con una diminuzione di 41,6 miliardi (-4,71%).
Analoga situazione per le famiglie: in dodici mesi il credito al consumo è andato giù di 606 milioni miliardi (-1,01%) dai 60,1 miliardi di luglio 2012 ai 59,5 miliardi di luglio 2013; meno mutui casa per 3,4 miliardi (-0,94%) da 367,1 miliardi a 363,6 miliardi e meno prestiti personali per 2,1 miliardi (-1,18%) da 184,8 miliardi a 182,7 miliardi. In totale, lo stock di finanziamenti alle famiglie è calato da 612,1 miliardi a 605,9 miliardi con una diminuzione di 6,2 miliardi (-1,02%).
“Lo abbiamo detto spesso agli esponenti del settore bancario: la situazione dei finanziamenti è drammatica. E’ vero che la crisi rende più difficile l’erogazione di denaro da parte degli istituti, ma agli operatori bancari chiediamo di andare oltre i freddi numeri dei bilanci, di valutare i progetti, le prospettive di sviluppo e crescita delle aziende che bussano allo sportello per ottenere un po’ di liquidità” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “C’è Basilea 3 ed esistono mille lacci e lacciuoli che contribuiscono ad appesantire una fase assai complessa – osserva Longobardi – e perciò chiediamo la creazione di un tavolo di lavoro comune fra le associazioni di categoria al fine di trovare una via d’uscita, nell’interesse di tutti”.
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