Oltre 10 milioni di soggetti, sia imprese sia famiglie, sono coinvolti, con alcuni rilevanti rischi, nel fenomeno della cessione dei crediti deteriorati da parte delle banche a fondi specializzati. Si tratta di circa 360 miliardi di euro di prestiti non rimborsati da più di 2,2 milioni di clienti degli istituti di credito a cui si aggiungono gli obbligati e i co-obbligati, i garanti e i dipendenti delle imprese debitrici in crisi, per un totale, dunque, di oltre 10 milioni di soggetti che potrebbero diventare molti di più a stretto giro con le conseguenze economiche della pandemia da Covid-19.
È quanto emerge da una ricerca del Centro studi di Unimpresa secondo la quale, le norme europee e italiane hanno indotto le banche del nostro Paese a continue cessioni massive dei loro crediti deteriorati senza mai considerare il loro impatto sull’economia reale, sulle imprese, sull’occupazione, sulle famiglie, sulla società in generale. Gli unici che ottengono benefici – secondo quanto denuncia la ricerca di Unimpresa – sono i fondi cessionari che hanno comprato al 10 o al 30 per cento (nel peggiore dei casi) pacchetti di crediti inesigibili spesso molto sottovalutati, con una conseguenza: le banche puliscono i bilanci con la svendita di npl (non performing loan), regalandoli, di fatto, a società specializzate nel recupero crediti che comunque hanno assicurati importanti margini di guadagno.
“La non corretta gestione delle posizioni creditorie dei crediti deteriorati ha effetti economici e sociali evidenti. Si parla sempre e solo di numeri, ma dietro i numeri ci sono persone, imprese, posti di lavoro e famiglie che non sono stati tutelati, anzi, hanno ricevuto una spinta per impantanarsi ulteriormente” commenta il consigliere nazionale di Unimpresa, Gaetana Lorenza Ortisi, secondo cui “quello delle sofferenze bancarie a carico delle famiglie ed imprese è un nodo che va risolto rapidamente, altrimenti non sarà possibile rimettere in moto l’economia del nostro Paese”.
Secondo il consigliere nazionale di Unimpresa “occorre emanare una legge che dia pronta soluzione alle criticità evidenziate per ridare stimolo all’economia reale e sgravare famiglie, imprese e banche da un fardello oramai troppo pesante che rallenta inevitabilmente lo sviluppo del sistema Italia. A mio parere, la soluzione potrebbe essere unificare le tre proposte di legge in quanto si occupano di regolamentare le diverse fasi della gestione del credito deteriorato ciò permetterebbe di affrontare tutte le problematiche salvaguardando i legittimi diritti delle parti con il riequilibrio delle reciproche posizioni. Auspico che la forza dirompente della crisi attuale spinga i nostri politici a non mettersi al fianco delle banche, come è stato sino ad ora, approvando una legge che riesca a tirare fuori dall’indebitamento milioni di famiglie ed imprese”.
L’ANALISI DELLE PROPOSTE LEGISLATIVE
La ricerca curata da Ortisi passa in rassegna tutte le proposte legislative in materia. Durante la precedente legislatura, nel 2017, alla Camera era stato presentato il disegno di legge 4352 riguardante “Disposizioni per l’estinzione agevolata dei debiti pregressi insoluti delle persone fisiche e delle piccole e medie imprese verso gli istituti di credito” che non ha visto la luce. Attualmente in Senato sono presenti tre disegni di legge 79, 788 e 1287 recanti rispettivamente “Disposizioni per favorire la definizione delle sofferenze bancarie a carico di famiglie e imprese”, “Disposizioni volte ad agevolare le prospettive di recupero dei crediti in sofferenza e a favorire e accelerare il ritorno in bonis del debitore ceduto” e “Misure in materia di tutela della proprietà immobiliare sottoposta a procedura esecutiva”. Finalmente questi disegni di legge focalizzano l’attenzione sulla tutela del debitore finora completamente ignorato dal legislatore; si cerca un equilibrio tra la forza contrattuale delle banche e quella dei debitori trattando i due soggetti con pari dignità. Si è sempre considerato il debitore come “il cattivo” della situazione, quando il più delle volte ha dovuto affrontare chiusure di imprese, licenziamenti dai quali non è riuscito ad emergere arrivando, in casi estremi, fino al suicidio. I contenuti dei disegni di legge sono diversi tra loro in quanto intervengono in differenti fasi della gestione delle posizioni deteriorate. Da un’analisi dei tre progetti di legge si ritiene che il DDL 79 possa costituire la base sulla quale andare ad operare. Tale disegno di legge riconosce al debitore la possibilità di concordare con la banca, o l’intermediario finanziario, una transazione stragiudiziale per la restituzione del saldo e stralcio di quanto dovuto per un importo non inferiore al valore netto di bilancio della propria esposizione al 31 dicembre 201
LE IPOTESI DA SCARTARE
Il DDL 778 contiene misure riguardanti le operazioni di cessione di crediti deteriorati, per le quali il soggetto cedente sia una banca o un intermediario finanziario iscritto nell’albo previsto dall’art. 106 del TUB. In particolare, in presenza di alcune condizioni, viene accordata al debitore ceduto – persone fisiche o imprese di micro, piccola o media dimensione – l’opzione di estinguere una o più delle proprie esposizioni verso il soggetto cessionario mediante pagamento di una somma pari al prezzo di acquisto corrisposto dal cessionario alla banca o all’intermediario finanziario cedente, aumentato di un venti per cento. La proposta impone al cedente e al cessionario di comunicare al debitore l’avvenuta cessione – informandolo contestualmente del relativo prezzo – entro 10 giorni dal momento in cui l’operazione si è perfezionata; in mancanza, al cedente e al cessionario è precluso l’avvio di azioni esecutive e cautelari sul patrimonio del debitore e se il debitore intende esercitare l’opzione, deve darne notizia al cessionario, o ai suoi aventi causa, entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione. Il disegno di legge prevede che il pagamento del debito comporti l’automatica cancellazione della posizione debitoria in sofferenza dalla Centrale dei rischi della Banca d’Italia.
Il DDL 1287 tutela quelle situazioni in cui l’oggetto del credito sia costituito da un prestito immobiliare garantito da ipoteca quando l’immobile sia l’unico di proprietà del debitore e vi risiede con la sua famiglia al fine di scongiurare la perdita della propria casa. Prevedere che la banca, prima di procedere al pignoramento dell’immobile, presenti al debitore una procedura di ristrutturazione del debito è una opportunità per la tutela del debitore stes
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