Secondo il rapporto dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, da settembre 2014 a settembre 2015 i prestiti alla pubblica amministrazione sono cresciuti complessivamente di 8,7 miliardi passando da 1.905,8 miliardi a 1.914,6 miliardi (+0,46%); per quanto riguarda Stato ed enti locali (regioni, province, comuni) sono cresciuti i prestiti a medio termine (fino a 5 anni) di 21,9 miliardi da 203,8 miliardi a 225,7 miliardi (+10,79%), sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) di 392 milioni da 658,1 miliardi a 657,7 miliardi (-0,06%) e sono scesi i presiti a lungo termine (oltre 5 anni) di 12,7 miliardi da 1.043,9 miliardi a 1.031,1 miliardi (-1,23%).
Crescono finanziamenti a medio termine imprese (+17 miliardi) e sale il credito al consumo (+13 miliardi)
I finanziamenti al settore privato sono scesi di 4,07 miliardi (-0,29%) dai 1.416,2 miliardi di settembre 2014 ai 1.412,1 miliardi di settembre 2015. Per quanto riguarda le imprese, sono scesi i finanziamenti di quasi tutti i tipi di durata: i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) sono diminuiti di 11,2 miliardi (-3,77%) da 299,4 miliardi a 288,1 miliardi; per i prestiti di lungo periodo (oltre 5 anni) si è registrata una contrazione di 22,3 miliardi (-5,68%) da 394,02 miliardi a 371,6 miliardi; in controtendenza i prestiti a medio termine (fino a 5 anni) saliti di 17,3 miliardi (+13,79%) da 126,05 miliardi a 143,4 miliardi. In totale lo stock di finanziamenti alle imprese è comunque calato di 16,2 miliardi (-1,98%) da 819,4 miliardi a 803,2 miliardi. Per quanto riguarda le famiglie, sono scesi i prestiti personali di 870 milioni (-0,48%) da 180,2 miliardi a 179,3 miliardi; stabili i mutui a 359,1 miliardi con una lieve diminuzione di 33 milioni (-0,01%); consistente, invece, la salita del credito al consumo con le erogazioni cresciute di 13,08 miliardi (+22,84%) da 57,2 miliardi a 70,3 miliardi. In totale lo stock di finanziamenti alle famiglie è aumentato di 12,1 miliardi (+2,04%) da 596,7 miliardi a 608,8 miliardi.
Sofferenze oltre 200 miliardi (+13%) in crescita di 2 miliardi al mese
Contemporaneamente continuano a crescere le sofferenze bancarie: nell’ultimo anno i prestiti non rimborsati sono passati da 176,8 miliardi a 200,4 miliardi in salita di 23,5 miliardi (+13,31%), al ritmo di quasi 2 miliardi al mese. La fetta più rilevante di sofferenze è quella delle aziende che a settembre 2015 avevano arretrati pari a 143,4 miliardi, in aumento di 16,8 miliardi (+13,32%) rispetto ai 126,5 miliardi di settembre 2014. Le rate non pagate dalle imprese familiari valgono 16,1 miliardi, in crescita di 1,6 miliardi (+11,17%) rispetto a 14,5 miliardi di un anno fa, mentre le sofferenze delle famiglie sono salite di 3,2 miliardi (+9,76%) da 33,1 miliardi a 36,4 miliardi). Sono passate da 2,5 miliardi a 4,3 miliardi, in crescita di 1,8 miliardi (+72,56%), le “altre” sofferenze (pubblica amministrazione, onlus, assicurazioni, fondi).
Longobardi: “Governo faccia presto con bad bank”
“Il problema delle sofferenze è stato sottovalutato in partenza, due o tre anni fa. Noi ne parliamo insistentemente e ora stanno arrivando allarmi anche dai regolatori e dalle autorità. Si parla di una bad bank, di uno strumento che vede il coinvolgimento del settore pubblico. Bene, lo auspichiamo. Ma si faccia presto, il rischio è che finiremo sommersi da questa montagna di debiti spazzatura” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
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