Nei primi sette mesi del 2023 si è registrata una preoccupante inversione di tendenza nell’andamento delle sofferenze bancarie: i crediti “malati” delle banche sono cresciuti, infatti, di oltre 2 miliardi di euro tra dicembre 2022 e luglio scorso con un aumento che sfiora il 16%. A luglio dello scorso anno, le rate non pagate da famiglie e imprese erano a quota 15,8 miliardi. È quanto evidenzia il Centro studi di Unimpresa, in relazione al bollettino della Banca d’Italia diffuso oggi. «Qualcosa non va nel mercato del credito e probabilmente cominciano a venire a galla i guasti derivanti dalle scelte di politica monetaria della Banca centrale europea. Il repentino aumento dei tassi di interesse ha provocato una restrizione nelle condizioni di accesso ai finanziamenti bancari, innescando una spirale negativa nel ciclo economico che ora si nota, con evidenza statistica, nei numeri relativi alle sofferenze bancarie» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha elaborato gli ultimi dati della Banca d’Italia, le sofferenze nette delle banche (quelle calcolate dopo le svalutazioni) a luglio scorso valevano 16,4 miliardi di euro. Il dato è in crescita di 580 milioni (+3,6%) rispetto ai 15,8 miliardi di luglio 2022 e di ben 2,2 miliardi (+15,8%) rispetto a dicembre dello scorso anno. Ad agosto 2022 il totale dei crediti ammalorati delle banche, calcolati al netto delle svalutazioni di bilancio sulla base delle regole europee, era a quota 16,2 miliardi. Questo l’andamento dei mesi successivi del 2022: 16,1 miliardi a settembre, 16,6 miliardi a ottobre, 16,1 miliardi a novembre e 14,2 miliardi a dicembre. Da inizio 2023 una progressiva risalita: 15,3 miliardi a gennaio, 15,5 miliardi a febbraio, 15,1 miliardi a marzo, 15,2 miliardi ad aprile e a maggio, 16,5 miliardi a giugno e 16,4 miliardi a luglio.
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