In un anno, da aprile 2012 ad aprile 2013, il taglio del credito ammonta complessivamente a 64,2 miliardi di euro. Nell’arco dei dodici mesi, la liquidità destinata alla Pa si è ridotta di 22 miliardi (passando da 1.979,5 miliardi a 1.957,4); i finanziamenti alle aziende sono scesi di 33,1 miliardi (da 890,6 miliardi a 857,4 miliardi); per i cittadini i mutui, il credito al consumo e i prestiti personali si sono ridotti di 2,8 miliardi (da 614,6 miliardi a 605,6 miliardi). Lo stock di prestiti per Pa, imprese e famiglie a gennaio 2013 era rispettivamente a quota 1.971,3 miliardi, 865,7 miliardi e 608,4 miliardi.
“La chiusura dei rubinetti da parte delle banche” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, “è sempre più evidente. Il 2013 è cominciato purtroppo come temevano: la liquidità non gira e le imprese chiudono. A questo punto la questione del credito deve assolutamente diventare una priorità per il Governo di Enrico Letta. O il denaro viene messo a disposizione delle imprese e delle famiglie o la recessione diventerà più profonda con il Paese destinato a morire”.
Ufficio Stampa Unimpresa
a cura di Ago Press
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