Il presidente Longobardi: “Ennesimo favore alle banche con un provvedimento vergognoso. Rischi per le pmi che vedranno salire i costi per la liquidità”. Sul rosso di conto corrente tassi medi fino al 16%
misura corre il rischio di penalizzare fortemente le micro, piccole e medie imprese che si servono del conto corrente anche come forma alternativa al credito ordinario sempre più negato dalle banche”. Così il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, commenta la proposta di delibera del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio sull’anatocismo appena pubblicata.
Secondo la proposta Cicr, trascorsi 60 giorni dall’avvio del rosso sul conto corrente, gli interessi perdono la loro natura e diventano capitale. La misura consentirà pertanto l’applicazione di interessi su altri interessi “vecchi” di appena due mesi. Le operazioni interessate sono principalmente le aperture di credito in conto corrente e gli scoperti senza affidamento: nel primo caso le banche praticano tassi medi dell’11,64% per importi fino a 5.000 euro e del 9,85% per importi oltre 5.000 euro; nel secondo caso, i tassi medi praticati sono pari al 15,95% per importi fino a 1.500 euro e pari al 14,99% per importi oltre 1.500 euro. Tassi che a partire dal 1 gennaio 2016, stando al nuovo regolamento Cic, verranno applicati su una base che si allargherà sempre di più ogni due mesi. “Siamo di fronte all’ennesimo favore alle banche da parte del governo che già ha aiutato il settore banco-finanziario con i recenti provvedimenti contenuti nel decreto fallimenti sia per quanto riguarda il fisco sia per le procedure concorsuali” aggiunge Longobardi.
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