Prestiti ad aziende crollati di 12 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi. Non si ferma la stretta delle banche: da febbraio 2016 a febbraio 2017, i finanziamenti alle imprese sono passati da 791 miliardi a 779 miliardi (-1,52%), mentre quelli alle famiglie, spinti dal credito al consumo e dai mutui, sono saliti di oltre 8 miliardi (+1,35%). Continuano a salire le rate dei finanziamenti non rimborsate: le sofferenze lorde sono cresciute di 7 miliardi arrivando a 203 miliardi (+3,60%), mentre quelle nette sono scese a 77 miliardi in diminuzione di 5,5 miliardi (-6,74%). Questi i risultati principali di una analisi flash del Centro studi di Unimpresa, che ha rielaborato i dati della Banca d’Italia diffusi oggi, secondo la quale il totale dei prestiti al settore privato è passato dai 1.409 miliardi di febbraio 2016 ai 1.405 miliardi di febbraio 2017, con un calo complessivo di quasi 4 miliardi (-0,26%).
Secondo l’associazione, sono calati i prestiti alle imprese con scadenza fino a 1 anno (breve periodo) di 12,5 miliardi (-4,49%) e sono calati anche quelli oltre 5 anni (lunga durata) di 8,9 miliardi (-2,48%); in aumento, invece, i finanziamenti con scadenza fino a 5 anni (medio periodo) di 9,4 miliardi (+6,32%). In totale il credito alle imprese è passato da 791 miliardi a 779 miliardi, in discesa di 12 miliardi (-1,52%). In ripresa, invece, i finanziamenti alle famiglie, spinti dal credito al consumo salito di 6,9 miliardi (+8,56%) e dai mutui aumentati di 5,5 miliardi (+1,34%); in controtendenza, i prestiti personali calati di 4,2 miliardi (-3,47%). In totale i prestiti alle famiglie sono saliti di 8,3 miliardi (+1,35%) passando da 617 miliardi a 625 miliardi.
Le sofferenze lorde sono salite a 203 miliardi, in crescita di 7 miliardi (+3,60%); le sofferenze nette sono calate invece a 77 miliardi in discesa di di 5,5 miliardi (-6,74%). Il rapporto tra sofferenze lorde e prestiti totali ai privati è passato dal 13,91% al 14,45%; il rapporto tra sofferenze nette e prestiti totali ai privati è passato dal 5,86% al 5,48%.
“Lo Stato salva le banche, con un fondo da 20 miliardi che potrebbe non bastare, ma non ci sono certezze sulla riapertura dei rubinetti dei finanziamenti: chi ci assicura che ripartiranno?” commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.
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