E’ ancora credit crunch per le aziende italiane: i prestiti delle banche alle imprese, negli ultimi 12 mesi, sono calati di oltre 18 miliardi di euro (-2%) nonostante l’aumento di 12 miliardi dei finanziamenti a medio termine. A pesare è la diminuzione di 21 miliardi dei finanziamenti a breve e di 10 miliardi di quelli di lungo periodo. In aumento di 4 miliardi, invece, i prestiti alle famiglie spinti dal credito al consumo (+5 miliardi) e dai mutui (+5 miliardi). In totale, lo stock di impieghi al settore privato è diminuito di 14 miliardi, passando da 1.424 miliardi a 1.410 miliardi. Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale le rate non pagate (sofferenze) sono lievemente calate di 1,9 miliardi da 201 miliardi a 199 miliardi con gli “arretrati” delle aziende scesi di 1,2 miliardi da 143 miliardi a 142 miliardi.
Secondo il rapporto dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, il totale dei prestiti al settore privato è calato negli ultimi 12 mesi di 14,2 miliardi (-1,00%) passando dai 1.424,3 miliardi di novembre 2015 ai 1.410,07 miliardi di novembre 2016. Nel dettaglio, è calato di 18,4 miliardi (-2,29%) lo stock di finanziamenti alle imprese calati da 804,1 miliardi a 785,7 miliardi: nel dettaglio, sono calati di 21,01 miliardi (-7,29%) da 288,2 miliardi a 267,2 miliardi i crediti a breve termine (fino a 1 anno); giù di 10,03 miliardi (-2,73%) i prestiti di lunga durata (oltre 5 anni) scesi da 367,7 miliardi a 357,7 miliardi; sono invece cresciuti di 12,6 miliardi (+8,54%) i finanziamenti di medio periodo (fino a 5 anni) passati da 148,1 miliardi a 160,7 miliardi. Risultano complessivamente in aumento di 4,1 miliardi (+0,67%) i prestiti alle famiglie, passati da 620,1 miliardi a 624,3 miliardi: in particolare, è salito di 5,06 miliardi (+6,26%) il credito al consumo (denaro concesso per acquistare elettrodomestici, automobili, televisori e smartphone) passato da 80,9 miliardi a 85,9 miliardi; in aumento anche i mutui di 5,1 miliardi (+1,43%), saliti da 361,9 miliardi a 367,09 miliardi; in calo, invece, i prestiti personali, scesi di 6,07 miliardi (-3,43%) da 177,3 miliardi a 171,2 miliardi.
Per quanto riguarda i prestiti non rimborsati, si registra un lieve calo delle sofferenze lorde, diminuite in totale di 1,9 miliardi (-0,97%) dai 201,01 miliardi di novembre 2015 ai 199,06 miliardi di novembre 2016. Il rapporto tra sofferenze lorde e prestiti è passato dal 14,11% al 14,12%. Sono diminuite di 1,2 miliardi (-0,89%) le rate non pagate dalle aziende, scese da 143,3 miliardi a 142,05 miliardi; in calo di 697 milioni (-1,87%) anche i crediti deteriorati riconducibili alle famiglie – passati da 37,3 miliardi a 36,6 miliardi – e di 144 milioni (-0,90%) quelli legati alle imprese familiari, calati da 15,9 miliardi a 15,8 miliardi; sono invece risultate in aumento di 160 milioni (+3,67%) le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni, dei fondi e delle onlus. In totale delle sofferenze nette, invece, ovvero quelle non coperte direttamente da garanzie, sono calate di 3,6 miliardi (-4,07%) da 88,8 miliardi a 85,2 miliardi. Il rapporto tra sofferenze nette e prestiti è passato dal 6,24% al 6,04%.
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