Senza l’immediata operatività delle moratorie su mutui e prestiti sono a rischio 1,3 milioni di famiglie e piccole e medie imprese. È questa l’area di soggetti che, a partire dalla primavera del 2020, hanno beneficiato della sospensione del pagamento delle rate dei finanziamenti per un importo complessivo di 144 miliardi di euro. Una cifra complessiva che le banche potrebbero tornare a chiedere alla clientela se la norma introdotta nell’ultimo decreto sostegni bis resterà inapplicata a causa del ritardo dell’Unione europea chiamata a dare il via libera.
È quanto segnala il Centro studi di Unimpresa secondo cui ammontano a 119 miliardi i prestiti congelati riferibili alle aziende e ammontano a 25 miliardi i crediti sospesi per le famiglie: in totale 1,3 milioni di soggetti che potrebbero trovarsi improvvisamente in crisi di liquidità e senza poter pagare le rate dei crediti bancari. «La nuova norma varata dal governo Draghi consente alle banche di prorogare fino a dicembre la sospensione, anche se della sola quota capitale del finanziamento, con quella relativa agli interessi che dovrà in ogni caso essere rimborsata. È corretta, quindi, la posizione dell’Abi che auspica un’accelerazione da parte della Commissione Ue per quanto riguarda la verifica sui profili di aiuti di Stato illegittimi» commenta il vicepresidente di Unimpresa.
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