Il calo della domanda di credito da parte delle aziende è in parte legato alle condizioni inaccessibili che le banche, negli ultimi anni, hanno offerto sia sul fronte dei tassi, spesso altissimi e fuori mercati, sia su quello delle garanzie divenute extra. Condizioni che sono state rese volutamente inaccessibili proprio per scoraggiare la richiesta di finanziamenti da parte delle imprese. Una fetta del calo, in ogni caso, è certamente legata alle condizioni dell’economia, alla doppia recessione e, in generale, a una congiuntura che non ha spinto gli imprenditori né a rischiare con nuovi investimenti né, più nello specifico, a indebitarsi visto che le prospettive future restano assai incerte. Così il Centro studi di Unimpresa commentando l’indagine della Banca d’Italia e dalla Bce sul credito bancario dell’eurozona diffusa oggi.
Per stimolare nuova domanda di credito da parte delle aziende, anche per sfruttare la liquidità a basso costo acquisita dagli istituti con le recenti aste della Bce denominate Tltro (Targeted Longer-Term Refinancing Operations), potrebbe essere utile correggere le modalità di dialogo fra le stesse banche e le imprese clienti. Obiettivo della riforma del rapporto banche-imprese dovrebbe essere incentivare gli imprenditori a sfruttare questa opportunità storica di liquidità a tassi bassissimi per ottenere prestiti finalizzati alla crescita delle aziende e quindi alla ripresa dell’economia.
Ufficio Stampa Unimpresa
a cura dell’Ago Press
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