«Le dichiarazioni della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, non lasciano spazio a equivoci: l’economia dell’area euro è debole e rischia di rimanere tale nel breve termine, tra la contrazione del settore manifatturiero e un rallentamento preoccupante dei servizi. Se questo è il quadro che emerge dai dati della stessa Bce, con una previsione di crescita per il 2024 pari a un modesto +0,7% e un’inflazione che solo lentamente si riavvicina al target del 2%, allora è evidente che serve un cambio di passo. Non possiamo permetterci un altro trimestre perso nella palude della stagnazione economica, tanto meno con il costo del denaro ai massimi storici degli ultimi vent’anni. L’Europa si trova davanti a un bivio. Continuare su una strada di politiche monetarie restrittive significherebbe accelerare il declino economico, aggravando le difficoltà di imprese e famiglie. Al contrario, un segnale forte da parte della Bce potrebbe essere l’inizio di un’inversione di tendenza, che favorisca una ripresa più robusta e sostenibile. È il momento di passare dalle parole ai fatti, di mettere al centro il futuro delle imprese e dei cittadini europei. Il costo del denaro non è un dettaglio tecnico: è la leva che può decidere il destino della nostra economia. Urge un nuovo taglio».
Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora. «Le politiche restrittive della Bce – pur giustificate nel contrasto iniziale all’inflazione – stanno oggi mostrando il loro lato più drammatico: un accesso al credito sempre più oneroso per famiglie e imprese. I tassi d’interesse sui prestiti alle aziende hanno superato la soglia del 5%, con picchi vicini al 6% per le piccole e medie imprese, quelle che rappresentano l’ossatura economica dell’Europa e che in Italia costituiscono il 99% del tessuto produttivo. Questa spirale sta letteralmente soffocando la capacità di investimento e crescita di migliaia di aziende, in un momento in cui ci sarebbe bisogno di tutt’altro: ossigeno e fiducia per alimentare una ripresa che tarda a concretizzarsi. Il mantra ‘meeting-by-meeting’ citato oggi da Lagarde corre il rischio di essere una condanna all’immobilismo. Il consiglio direttivo della Bce, nella riunione in programma la prossima settimana, deve dimostrare coraggio e invertire la rotta. Un taglio deciso dei tassi di interesse sarebbe un segnale indispensabile per restituire slancio all’economia reale e ridare respiro a quelle imprese che oggi si trovano strette tra il calo della domanda e il peso insostenibile del costo del denaro. Apprezziamo il riferimento della presidente Lagarde alla necessità di investimenti congiunti a livello europeo, un punto cruciale per stimolare la crescita potenziale. Ma non si può pensare che il rilancio passi solo attraverso il bilancio dell’Unione europea o iniziative degli Stati membri. La Bce deve tornare a essere un alleato strategico dell’economia reale, modulando le proprie scelte in funzione dello stato di salute del tessuto produttivo» osserva il vicepresidente di Unimpresa.
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