«Dopo l’incremento dei tassi di interesse di 50 punti del luglio scorso, una stretta letale al collo delle piccole e medie imprese, nonché delle famiglie italiane, l’aumento di ulteriori 75 punti, che è stato decretato ieri dalla BCE, – al quale, da ottobre, ne seguiranno altri sempre di elevata entità! – consegna i paesi dell’Unione europea, a partire dal nostro, ad una recessione, economica e produttiva, senza precedenti. E condanna, da un lato, all’estinzione di migliaia di aziende, già in crisi di liquidità, causa pandemia, assediate dall’inflazione galoppante, dalle cartelle esattoriali, dal rincaro di tutte le materie prime e dal crescente ricatto energetico del dittatore del Cremlino. E, dall’altro lato, infligge alle famiglie, anch’esse già in precarietà finanziaria, un impoverimento quotidiano del tenore di vita, con la conseguente riduzione, sul piano macroeconomico, della domanda globale dei beni di consumo, incidente peraltro sulla fase recessiva. Putin sta conseguendo uno storico obiettivo, dove l’ideologia paleocomunista aveva fallito: l’indiretta distruzione del ceto medio, spina dorsale sociale delle democrazie occidentali. Di fronte a questo scenario apocalittico, continua la vacua rissa elettorale, tra partiti e cosiddette coalizioni, caratterizzata solo dalla delegittimazione reciproca, in forma di degrado insultante e di ingiustificata violenza verbale. Senza una sola risposta coerente su quanto sta avvenendo. E i cittadini, lavoratori, imprenditori e capi di famiglia, smarriti e sfiduciati da tanta cecità e inettitudine, si interrogano: chi governerà, tra un mese, il cataclisma in arrivo?». Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro.
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