«La politica antinflazionistica della Banca centrale europea si sta rivelando inefficace e, con i continui rialzi dei tassi d’interesse, il rischio concreto è trovarsi ad affrontare un periodo di recessione. Alla rapidità con la quale è stato aumentato il costo del denaro avrebbe dovuto corrispondere una adeguata, repentina discesa dell’inflazione. La riposta dell’indice dei prezzi al consumo non è stata in linea con le attese e, adesso, mentre famiglie e imprese fronteggiano una spesa che continua a salire, nonostante i lievi cali degli ultimi mesi, le banche stanno progressivamente peggiorando le condizioni di accesso ai prestiti. Quello degli istituti di credito è un comportamento atteso, ma l’incremento degli interessi praticati su mutui e prestiti, associato all’alta inflazione, rappresenta un mix micidiale per l’economia, per i consumi, per gli investimenti, per l’occupazione». Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora. «L’inflazione sta diventando persistente e, al momento, non è facile delineare quale sarà il percorso di ritorno verso il target Bce del 2 per cento. Questa situazione non solo crea danni immediati, ma, allo stesso tempo, non consente una efficace programmazione per chi, sia tra le garanzie aziende sia tra le piccole imprese, deve pianificare gli investimenti futuri. Le scelte strategiche, in questo modo, diventano una scommessa al buio» aggiunge il vicepresidente di Unimpresa.
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