Un aumento di ulteriori 50 o 75 punti base del costo del denaro, che la Banca centrale europea dovrebbe deliberare domani, corre il rischio di creare nuovi problemi di liquidità alle imprese italiane. Le profonde difficoltà di accesso al credito, con le progressive restrizioni sulle erogazioni imposte dalle nuove regole prudenziali, accoppiate alla congiuntura sfavorevole e alle incertezze sul futuro, potrebbero limitare significativamente l’accesso delle imprese al credito bancario. È quanto segnala un documento del Centro studi di Unimpresa secondo cui il costo del denaro, portato allo 0,50% a luglio, ha già inevitabilmente innescato una salita dei tassi di interesse sugli impieghi delle banche, sia quelli destinati alle imprese sia quelli destinati alle famiglie. Con un altro aumento, peraltro assai ravvicinato rispetto al precedente, le condizioni di accesso al credito diventerebbero proibitive.
«Altro che cavallo che non beve, come spesso dicono alcuni autorevoli esponenti del settore bancario italiano, per spiegare il credit crunch in atto da anni, fatta eccezione sui prestiti garantiti dallo Stato durante la pandemia. La realtà è un’altra: l’acqua offerta, per restare sulla stessa metafora, verrebbe posta a un’altezza eccessiva, irraggiungibile da parte dei cavalli. Fuor di metafora, il consiglio direttivo della Bce sembra di nuovo soggetto alle decisioni, autoritarie e sbagliate, imposte dai cosiddetti falchi, convinti di poter contrastare l’inflazione agendo con i vecchi attrezzi della politica monetaria. Si ignora, incredibilmente, che questa fase, una vera e propria economia di guerra, vada affrontata con un’azione che contempli, contemporaneamente, anche importanti misure di politica fiscale. In quest’ottica, è auspicabile che i principali paesi dell’Unione europea si convincano quanto prima della necessità di coordinare gli interventi economici non già soltanto all’interno dei singoli paesi, ma con un programma di riforme unico su scala europea» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora. «Sorprende che questa campagna elettorale si concentri solo su taluni argomenti, mentre altri elementi chiave per l’economia, non solo quella italiana, vengono tralasciati da tutti i leader di partito» aggiunge Spadafora.
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