“La linea di condotta della Bce, caratterizzata da un approccio dipendente dai dati e da riunione a riunione, evidenzia una mancanza di chiarezza e certezza che potrebbe risultare dannosa per i mercati finanziari e per l’economia reale”- Lo dichiara il presidente di Un’impresa, Giovanna Ferrara, commentando i verbali dell’ultima riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea del 5 e 6 giugno scorsi “che mettono in evidenza una serie di preoccupazioni riguardanti l’attuale strategia di politica monetaria dell’Eurotower”.
I membri del Consiglio hanno ribadito la loro determinazione a riportare l’inflazione al target di medio termine del 2%, mantenendo i tassi base sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario. “L’incertezza è il peggior nemico dei mercati. Le dichiarazioni della Bce, che evitano un impegno preliminare a un particolare percorso dei tassi di interesse, non forniscono alcuna certezza agli investitori e alle imprese. Questa mancanza di una traiettoria chiara e precisa crea un ambiente di incertezza che può frenare gli investimenti e la pianificazione a lungo termine. Le imprese, in particolare, hanno bisogno di stabilità per prendere decisioni su investimenti in capitale fisso, assunzioni e sviluppo. Senza indicazioni precise, il rischio è che le aziende rimandino o riducano i loro piani di investimento, con conseguenze negative per la crescita economica. Uno degli effetti più tangibili di questa incertezza è visibile nel mercato del credito alle imprese” aggiunge Ferrara.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, “i prestiti alle imprese nell’area dell’euro hanno subito un rallentamento significativo. A maggio 2024, i prestiti alle imprese non finanziarie sono cresciuti solo del 2,1% su base annua, rispetto al 3,2% di dicembre 2023. Questa decelerazione è sintomatica di un clima di incertezza che spinge le banche a essere più caute nel concedere crediti, temendo un possibile peggioramento delle condizioni economiche e un aumento delle insolvenze. Inoltre, i tassi di interesse più elevati, mantenuti per un periodo prolungato senza una chiara indicazione di quando potranno essere ridotti, aggravano ulteriormente il costo del credito per le imprese. Questo scenario può portare a una stretta creditizia, con effetti negativi sulla liquidità delle imprese e sulla loro capacità di operare e crescere: non a caso, circa il 45% delle pmi nell’area dell’euro ha già segnalato difficoltà nell’accesso al credito nel 2023, una percentuale che è probabile aumenti se l’incertezza persiste”.
“La Bce deve riconoscere che un approccio dipendente dai dati, pur essendo teoricamente solido, necessita di una comunicazione molto più chiara e precisa per evitare di alimentare l’incertezza nei mercati. È indispensabile che la Banca cnetrsle europea fornisca indicazioni chiare sulla traiettoria futura della politica monetaria, stabilendo dei parametri definiti per le sue decisioni sui tassi di interesse. Questa trasparenza non solo aiuterebbe a stabilizzare le aspettative di inflazione, ma fornirebbe anche alle imprese e agli investitori le informazioni necessarie per prendere decisioni informate e strategiche. Non si può più continuare con una linea di condotta incerta e priva di una chiara direzione. Il mercato necessita di indicazioni precise e di una traiettoria ben definita per la politica monetaria” osserva il presidente di Unimpresa.
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