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Come difendersi dalle false accuse

di Paolo Lecce (http://www.paololecce.com/)

Succede di frequente, in particolare tra ex coniugi, che si venga accusati ingiustamente di reati non commessi.

Il motivo è spesso riconducibile ad una forma di rivalsa, di voglia di distruggere la reputazione della persona con la quale si è avuta una relazione sentimentale. 

E’ il caso di un ex marito rinviato a giudizio per stalking dalla sua ex moglie.

In tribunale il figlio della coppia aveva smentito quanto dichiarato dalla madre nei confronti del padre, ed il telefono cellulare del marito aveva permesso agli investigatori di stabilire che nel giorno in cui la donna aveva dichiarato di essere stata picchiata, l’uomo si trovava per lavoro addirittura in Canada.

Altro caso di interesse è quello riguardante due ex fidanzati nel quale la ragazza aveva denunciato per stalking e violenza privata l’ex fidanzato. 

In tribunale, quest’ultimo ha consegnato come prova della Sua innocenza un SMS della ex fidanzata nel quale era scritto, in modo volgare e astioso, che gli avrebbe rovinato la vita.

Quell’SMS è stato considerato una prova incontrovertibile, in quanto è stato anche dimostrato che ad inviare il messaggino fosse stata proprio la ex fidanzata tramite il servizio gratuito online fornito dal gestore telefonico, previa registrazione dei dati personali.

Cosa fare, quando si viene accusati di un reato non commesso? 

Si può fare a propria volta una denunciae chiedere il risarcimento dei danni?.

Si è vittima di calunnia quando si diventa bersaglio da parte di taluno di false accuse che riguardano la commissione di reati?.

Le false accuse configurano il delitto di calunnia (previsto e punito dal nostro ordinamento) quando sono realizzate:

  • con denuncia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o con falso nome diretta all’autorità giudiziaria o ad un’altra autorità che a quella abbia l’obbligo di riferirne o alla corte penale internazionale;
  • da parte di un soggetto (calunniatore) che voglia incolpare di un reato qualcuno che sappia essere innocente [Art. 368 cod. pen.].

 Anche se la prima cosa che viene in mente per difendersi è presentare una denuncia per calunnia, bisogna sapere che questa non è sempre la soluzione migliore.

Ma andiamo con ordine.

Essere destinatari di false accuse purtroppo può creare gravi problemi. Infatti, se il Pubblico Ministero che riceve la denuncia ritiene che essa non sia infondata, disporrà che vengano svolte le indagini al fine di accertare se sia stato commesso un reato e chi l’abbia commesso. 

Questo comporta l’inizio di un’attività investigativa da parte dell‘Autorità giudiziaria sulla vita di colui che è stato accusato: al termine di queste indagini, qualora si accerti l’insussistenza dei fatti che il querelante ha attribuito querelante alla vittima, verrà chiesta l’archiviazione del processo.

Diversamente, il Pubblico Ministero può ritenere fondata l’accusa e chiedere il rinvio a giudizio per la persona ingiustamente accusata. In quest’ultima ipotesi, le false accuse ricevute costringeranno la vittima ad affrontare un lungo processo per riuscire a dimostrare la propria innocenza.

Sapendo ciò, diventa fondamentale farsi assistere, oltre che da un avvocato, anche da un investigatore privato che può, con la Sua esperienza e competenza, recuperare prove/testimonianze che aiutino l’indagato a dimostrare l’infondatezza delle accuse.

Sia che la prova dell’innocenza del soggetto ingiustamente accusato venga raggiunta in fase di indagini, che all’esito del dibattimento, è sempre meglio aspettare che il procedimento penale sorto dalla falsa accusa si concluda a favore della vittima : solo questo, infatti, costituirà la prova regina del fatto che si è stati ingiustamente accusati, e con il decreto di archiviazione nel primo caso, o la sentenza di assoluzione nel secondo, l’accusato assoluzione potrà a sua volta rivolgersi all’Autorità Giudiziaria per ottenere la condanna del calunniatore; (peraltro, la calunnia è un reato procedibile d’ufficio, quindi lo stesso Pubblico Ministero, titolare del procedimento iniziale, potrà, di propria iniziativa, iscrivere nel registro degli indagati il calunniatore.

Si rappresenta che, per come è concepito nel nostro ordinamento penale il reato di calunnia, per ottenere la punizione del calunniatore non basta soltanto dimostrare la propria innocenza e quindi l’insussistenza della accuse, ma anche il fatto che la persona che ha effettuato la denuncia era consapevole della reato di innocenza del denunciato; questa è una prova molto difficile da recuperare, ma con il sostegno di un Investigatore Privato, ci potrebbero essere buone possibilità di riuscita.  

Nel nuovo processo a parti invertite la vittima di calunnia, qualora si costituisca Parte Civile,  potrà comunque chiedere, e in caso di vittoria ottenere, un risarcimento per i danni materiali e morali subiti a causa delle false accuse. (come gli esempi sopra riportati).

A seguito di una accusa ingiusta e falsa, infatti, il soggetto denunciato subisce una profonda sofferenza interiore, un ingiusto patimento, materiale e morale, il cosiddetto danno da accusa ingiusta.

Tale danno, come sub specie della categoria dei danni morali derivanti dal reato, è stato riconosciuto dalla Suprema Corte a Sezioni unite [Cass. Civ. SS. UU.,  n. 2515 del 21.2.2002] e dà diritto ad un risarcimento: naturalmente tale risarcimento non è automatico, ma andrà valutato sempre in concretonellaconcreto nella sussistenza e nell’entità, in quanto il mero fatto di avere sollecitato l’iniziativa dell’Autorità giudiziaria denunciando un fatto illecito rivelatosi poi insussistente, non costituisce fonte di responsabilità per danni, non essendo sufficiente la colpa ma dovendosi al contrario accertare il dolo così come sopra illustrato. 

La valutazione  circa l’opportunità di avanzare richiesta di risarcimento dei danni nell’ambito di un processo penale per calunnia o in autonomo procedimento civile, potrà essere effettuata da un avvocato e dallo stesso Investigatore privato, che ha le capacità di recuperare eventuali prove per avvalorare la  sussistenza del preteso danno morale. 

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