«La scadenza delle concessioni marittime e balneari, fissata per il 31 dicembre prossimo, corre il rischio di trasformarsi in un grande giro d’affari per pochi, grandi soggetti, a danno dei piccoli imprenditori locali. Negli approdi o nei porti turistici, infatti, in virtù della legge Burlando, le amministrazioni comunali potrebbero assegnare in blocco, a un solo soggetto, tutte le concessioni in vigore, creando, in buona sostanza, monopoli di fatto che garantirebbero al nuovo titolare di tutte le licenze una inaccettabile posizione dominante. Tutto questo configura il concreto rischio di speculazione, che sarebbe lesiva dei principi volti a favorire una maggiore concorrenza tra imprese. Concorrenza concepita, per sua natura, al fine di garantire competitività, prezzi migliori e servizi più efficienti agli utenti finali, e che invece, finirebbe per essere aggirata. Abbiamo letto con attenzione, con stupore e pure con preoccupazione, quanto sta accadendo nel Comune di Orbetello: l’amministrazione dell’ente locale in provincia di Grosseto, infatti, ha approvato, a Ferragosto, il progetto per la trasformazione in porto turistico dell’approdo oggi esistente nella cittadina di Talamone. Al momento è in gara un solo soggetto privato che, da gennaio, potrebbe vedersi assegnate tutte le attuali 18 concessioni, finora distribuite fra piccole imprese private e società sportive dilettantistiche. Una situazione che non solo lederebbe gli operatori locali, tagliando fuori, facendole morire, attività, apprezzate da villeggianti e residenti, che hanno storie ultradecennali; ma che, inoltre, penalizzerebbe anche le attività veliche gestite da associazioni aderenti alle federazioni sportive nazionali, con danni per lo sport, la salute e i giovani».
Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. «Sono in corso importanti interlocuzioni con la Commissione Ue, volte a ottenere un quadro regolatorio ammorbidito, che consenta proroghe triennali delle concessioni in essere. Frattanto, il governo è chiamato a vigilare e monitorare costantemente quanto sta accadendo sui territori. Ci troveremmo ad affrontare un paradosso: una riforma che nasce per migliorare i servizi e per far crescere l’economia si potrebbe tradurre in un clamoroso business per pochi eletti. Il futuro delle micro, piccole imprese va salvaguardato a tutti i costi e non è ammissibile che, mentre il governo nazionale combatte a Bruxelles, per evitare che la valanga Ue travolga i balneari, le amministrazioni comunali vadano in direzione opposta, scavando la fossa ai piccoli operatori locali» aggiunge Ferrara.
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