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Confindustria: spread a 300? Dovrebbe essere la metà

«Senza una guida politica e una nuova politica economica è difficile spezzare il circolo vizioso della sfiducia e della paura: le banche non erogano credito, le imprese non investono, le famiglie non consumano». Lo dice il direttore del centro studi della Confindustria, Luca Paolazzi, ai microfoni dell’Economia Prima di tutto su Radio1 Rai. «È vero che lo spread a 300 punti è rassicurante -prosegue Paolazzi- ma secondo i nostri calcoli, dato il debito pubblico italiano e la crescita italiana, dovrebbe essere la metà di quello che è adesso». «I 300 punti base incidono, infatti, -sottolinea Paolazzi- sulla capacità delle banche di finanzirarsi e di prestare a costi ragionevoli alle imprese. Di qui le difficoltà che le imprese incontrano nell’accesso al credito non solo per gli investimenti, ma anche più banalmente, per soddisfare gli ordini che rivevono».

 

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