La ricerca di Unimpresa, in via di pubblicazione, mette in luce che nel carrello della spesa degli italiani finisco con sempre maggiore frequenza rispetto al passato prodotti offerti sugli scaffali con sconti, specie quelli con ribassi dei prezzi superiori al 20-30% sul listino ufficiale. Non solo. Il dato più rilevante è che l’attenzione alle offerte speciali porta i consumatori a fare “incetta” di beni a basso costo: i cittadini sono diventati veri e propri esperti dei volantini, puntano le promozioni e nelle buste della spesa finisce solo quanto è in offerta, mentre restano sugli scaffali dei supermercati e dei piccoli negozi su strada tutti gli altri prodotti.
Tutto ciò con inevitabili conseguenza negative sui ricavi degli esercenti: secondo prime stime l’impatto sui conti potrebbe arrivare ad avere un’incidenza del 35-40%. Elemento che aggraverebbe un quadro già profondamente depresso: del resto, nel 2011 i consumi sono scesi oltre 4 punti percentuali sotto il livello del 2000. E per quest’anno è previsto un ulteriore decremento che porterebbe l’indicatore dei consumi al -10% in 5 anni.
Per il segretario generale di Unimpresa, Sergio Battaglia, “i dati della ricerca dimostrano ancora una volta che le famiglie sono sempre più in difficoltà: arrivare alla fine del mese, con gli stipendi fermi da anni, è sempre più difficile. Bisogna poi tener conto dei problemi finanziari di chi ha perso il posto di lavoro e che fatica a rientrare nel circuito dell’occupazione, senza dimenticare i giovani per i quali la prospettiva di un impiego fisso è ormai un miraggio”. C’è poi l’altro aspetto da tenere in considerazione: “La forte contrazione dei consumi da parte delle famiglie sta mettendo nei guai i commercianti” dice Battaglia. “Il volume d’affari e le entrate in generale si stanno assottigliando sempre di più e in assenza di una svolta, il Paese corre il rischio di entrare in una pericolosa spirale negativa”. E ancora: “Con l’inizio del quinto anno di crisi, è evidente che il fattore durata inizia a incidere più degli stessi numeri negativi”.
a cura del Servizio Ufficio Stampa Ago Press
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