Ammonta a oltre 306 miliardi di euro il totale del debito pubblico da rinnovare nel 2017. Da oggi alla fine di dicembre, scadono, infatti, oltre 156 miliardi di bot e 157 miliardi di btp. In un anno che potrebbe portare allo scioglimento anticipato del Parlamento, dunque in un quadro politico incerto, il Tesoro dovrà far fronte anche alla scadenza di quasi 30 miliardi di cct e 23 miliardi di ctz; in totale arrivano a fine corsa 277 miliardi di titoli a tasso fisso e quasi 30 miliardi a tasso variabile. E’ quanto emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale nel 2018 scadono altri 176 miliardi, nel 2019 177 miliardi, nel 2020 144 miliardi e nel periodo 2021-2067 ulteriori 981 miliardi. In totale, le obbligazioni in circolazione emesse dal Tesoro valgono 1.782 miliardi, per la maggior parte btp (1.519 miliardi).
Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati della Banca d’Italia, il totale dei titoli di Stato in circolazione vale 1.782,6 miliardi: di questi 1.651,3 miliardi sono obbligazioni a tasso fisso e 131,3 miliardi a tasso variabile. Si tratta, nel dettaglio, di 96,3 miliardi di buoni ordinari del Tesoro (bot), di 1.519,9 miliardi di buoni del Tesoro poliennali (btp), di 131,3 miliardi di certificati di credito del Tesoro (cct), di 35 miliardi di certificati del Tesoro zero-coupon (ctz).
Nel 2017 va rinnovato debito per complessivi 306,7 miliardi, 277,03 miliardi a tasso fisso e 29,7 miliardi a tasso variabile: 96,3 miliardi do bot, 156,9 miliardi di btp, 29,7 miliardi di cct e 23,7 miliardi di ctz. Nel 2018 arrivano a scadenza altri 176,8 miliardi, 150,6 miliardi a tasso fisso e 26,1 miliardi a tasso variabile: 139,3 miliardi di btp, 26,1 miliardi di cct e 11,3 miliardi di ctz. Nel 2019 i titoli in circolazione in scadenza ammontano a 172,8 miliardi, 160,1 miliardi a tasso fisso (i btp) e 12,6 miliardi a tasso variabile (i cct). Nel 2020, scadono 144,7 miliardi di bond pubblici, 129,3 miliardi a tasso fisso (i btp) e 15,3 miliardi a tasso variabile (i cct). Tra il 2021 e il 2067 arrivano a fine corsa, poi, altri 981,4 miliardi di titoli del Tesoro: 934,1 miliardi a tasso fisso (i btp) e 47,3 miliardi a tasso variabile (i cct).
Secondo il Centro studi dell’associazione, si tratta di cifre che vanno valutate a fondo anche sul piano politico. L’incertezza del quadro istituzionale, legata alla prospettiva di un voto anticipato e a un ipotetico scioglimento anticipato del Parlamento, pesa sull’andamento delle emissioni di nuovi titoli e, più in generale, sulla gestione del debito pubblico da parte del Tesoro.
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