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Conti pubblici. Unimpresa, comuni virtuosi e debito in calo di 3,4 mld in un anno

Comuni e province virtuosi, regioni e Stato centrale con i conti colabrodo. Mentre le amministrazioni comunali e provinciali sono riuscite a ridurre il “buco” nei bilanci di 4 miliardi di euro tra febbraio 2012 e febbraio 2013, nello stesso arco di tempo sia le regioni sia lo Stato hanno peggiorato l’andamento delle finanze aumentando il “rosso” rispettivamente di 1,2 miliardi e 80,9 miliardi. Questi i dati più significativi di un rapporto del Centro studi Unimpresa sull’andamento del debito pubblico italiani negli ultimi 12 mesi.
L’analisi, basata su dati della Banca d’Italia, prende in esame l’andamento delle finanze statali negli ultimi 12 mesi. Analizzando nel dettaglio i comparti “sani” della pubblica amministrazione, spiccano anzitutto i risultati delle province: da 9,2 miliardi del febbraio 2012, il debito è sceso a 8,5 miliardi, con una riduzione di 642 milioni pari a un risparmio medio mensile di 54 milioni. Il “rosso” dei comuni, poi, è diminuito del 6,85% calando da 50,7 miliardi a 47,2 con una riduzione di 3,4 miliardi. In media, ogni mese, sui bilanci degli oltre 8mila comuni del nostro Paese sono stati risparmiati 290 milioni.
Per quanto riguarda le regioni, poi, a febbraio 2012 il disavanzo era a quota 40,3 miliardi e un anno dopo era salito a 41,5 con un incremento di 1,2 miliardi (+3,04%) pari a 102 milioni in più in media ogni mese. Il debito pubblico dello Stato centrale è invece cresciuto, nello stesso arco di tempo, di 80,9 miliardi (+4,18%) con una crescita mensile media di 4,18 miliardi che ha portato la montagna del debito da 1.936,6 miliardi a 2.017,5 miliardi.
“Si parla spesso di sprechi e di disastri di varia natura nei conti pubblici: con questi dati speriamo di aiutare le riflessioni fra quanti dovranno decidere come mettere a dieta la pubblica amministrazione. Dalla nostra rilevazione emerge che le amministrazioni territoriali sono più virtuose, in media, rispetto allo Stato centrale e che pertanto si criminalizzano in particolare i sindaci, ma si sbaglia bersaglio” osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.

Ufficio Stampa Unimpresa
a cura di Ago Press
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