Ammonta a oltre 290 miliardi di euro il totale dei contributi straordinari che l’Italia deve pagare, complessivamente, nel quinquennio 2015-2019 all’Unione europea. Si tratta di più di 58 miliardi l’anno che escono dalle casse dello Stato da un lato dirette al fondo europeo di stabilità (44 miliardi) e dall’altra indirizzati al fondo salva-Stati (14 miliardi). Tali uscite pesano sull’andamento del debito pubblico che si attesterebbe a 2.232 miliardi alla fine del 2019 senza contributi mentre arriverà a quota 2.290 miliardi; il rapporto tra debito e prodotto interno lordo si attesterebbe al 123,8% nel quinquennio in esame e invece arriverà al 126,6%, nel 2016 raggiungerà il 132,8% mentre si sarebbe fermato al 129,3% in assenza di questo esborso. Questi i dati principali dell’analisi realizzata dal Centro studi di Unimpresa sul peso dei contributi straordinari dell’Italia all’Ue sul debito pubblico del nostro Paese.
Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza approvata dal consiglio dei ministri del 27 settembre scorso, l’ammontare complessivo degli aiuti italiani ai paesi in crisi è pari a 291,1 miliardi nel quinquennio 2015-2019. Si tratta di 58,2 miliardi l’anno che corrispondono alle quote di pertinenza dell’Italia dei prestiti a Stati membri dell’area euro, bilaterali o attraverso il Fondo europeo di stabilità finanziaria (Fesf), e del contributo al capitale del Meccanismo europeo di stabilità (Esm) ovvero il Fondo salva-Stati: di questi, 43,9 miliardi si riferiscono al Fondo europeo di stabilità finanziaria e 14,3 miliardi al Fondo salva-Stati.
Tali oneri finanziari hanno un peso significativo sull’andamento del debito pubblico e sul rapporto tra lo stesso debito pubblico col prodotto interno lordo. Alla fine del 2015, il debito si è attestato a 2.172,6 miliardi, ma si sarebbe fermato a 2.114,4 miliardi senza i contributi extra; il rapporto tra debito e pil si è attestato al 132,3%, ma si sarebbe fermato al 128,7%. Quest’anno il debito pubblico arriverà a 2.220,6 miliardi invece di 2.162,4 miliardi e il rapporto debito/pil arriverà a 132,8% invece di 129,3%. L’anno prossimo il buco nei conti dello Stato raggiungerà quota 2.257,1 miliardi (rapporto debito pil 132,5%), invece di 2.198.9 miliardi (129,0%). Nel 2018 il debito dovrebbe raggiungere 2.283,3 miliardi (130,1%) mentre si fermerebbe a 2.225,0 miliardi (126,8%) senza aiuti. Nel 2019 si stima che il debito arrivi a 2.290,8 miliardi (126,6%), mentre senza gli oneri finanziari dei due fondi europei si attesterebbe a 2.232,6 miliardi (123,8%).
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