Più tasse e più spese vogliono dire anche debito pubblico sempre più alto. L’aumento delle uscite, infatti, ha inevitabilmente allargato il “buco” nei conti passato dai 1.944,2 miliardi di gennaio 2012 ai 2.085,3 miliardi di ottobre scorso. Nei primi dieci mesi dello scorso anno la variazione registrata è stata di 71,8 miliardi, pari a a 7,1 miliardi al mese; tendenza leggermente calata a 6,1 miliardi al mese nel 2013: nei primi dieci mesi di quest’anno la variazione è stata di 61,8 miliardi.
Longobardi: “Dati confermano fallimento politica del rigore”
“Questi dati – afferma il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – confermano che la politica del rigore attuata nell’ultimo anno dal Governo guidato da Enrico Letta, in continuità con l’Esecutivo tecnico di Mario Monti, si rivela insufficiente non solo per la salute dei conti statali, ma anche sulle prospettive. Le scelte del Governo stanno massacrando le ormai poche speranze di ripresa dell’economia”. Secondo Longobardi, “per salvare le micro, piccole e medie imprese deve essere abbattuta la pressione fiscale con interventi seri e rigorosi”. Secondo il presidente di Unimpresa “il mandato di Carlo Cottarelli chiamato a guidare la commissione spending review del ministero dell’Economia è assai arduo: ci auguriamo che riesca a fare meglio dei suoi predecessori che, numeri alla mano, non hanno portato a risultati concreti”.
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