Unimpresa istituisce una task force per aiutare e supportare le aziende, i loro dipendenti e, in generale, i territori, in tutta la fase di emergenza legata all’epidemia del Coronavirus. La task force, guidata dalla presidenza nazionale e in particolare dal vicepresidente Giuseppe Spadafora, ha il compito di monitorare sul territorio sia le esigenze degli imprenditori sia quelle dei dipendenti, ma anche quelle legate al territorio e quindi di tutte le famiglie e dei cittadini. Obiettivo dell’iniziativa è mettersi al fianco delle imprese associate e delle istituzioni (governo, regioni, comuni, Servizio sanitario nazionale e Protezione civile) con informazioni e dati relativi alle necessità e alle situazioni più critiche rilevate “sul campo”, attraverso la rete territoriale in tutta Italia, sia per quanto riguarda l’attività imprenditoriale sia per quanto riguarda la salute dei dipendenti. Dello speciale gruppo di lavoro di Unimpresa fanno parte il presidente nazionale, Giovanna Ferrara, il vicepresidente Giuseppe Spadafora con compiti di coordinamento, il direttore generale, Maria Grazia Lupo Albore, il presidente onorario, Paolo Longobardi, i presidenti delle federazioni di categoria, i presidenti delle sedi territoriali (metropolitane e regionali).
«Abbiamo a cuore la salute dei nostri amici e associati e anche della nostra clientela così come di tutti i lavoratori, dei cittadini e delle famiglie. È una emergenza e ci mettiamo a disposizione della collettività. Vogliamo dare il nostro contributo anche per assicurare la continuità dell’operatività imprenditoriale, che è essenziale per garantire al Paese, alle famiglie e alle imprese di non fermarsi, seppure in una situazione complessa. È indispensabile garantire, nei limiti delle disposizioni normative, soprattutto la prosecuzione dell’attività d’impresa a tutti i livelli, dalle fabbriche alle piccole realtà commerciali» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora. «Siamo al fianco dei nostri associati, di tutti i loro dipendenti, monitorando le esigenze e dialogando con le aziende per trovare, giorno dopo giorno, le soluzioni più efficaci per risolvere i loro problemi» aggiunge Spadafora.
TURISMO, TRASPORTI, SPETTACOLI E SPORT: IN TRE MESI A RISCHIO 45 MILIARDI DI PIL
Secondo un’analisi del Centro studi di Unimpresa, gli effetti del Coronavirus possono creare danni su 150 miliardi di euro di prodotto interno lordo ovvero quasi il 10% dell’economia italiana: si tratta di 64 miliardi del settore alberghiero e ristorazione, 53 miliardi del trasporto, oltre 8 miliardi del comparto noleggio e leasing, 2 miliardi riferibili alle agenzie di viaggio e ai tour operator, quasi 11 miliardi riconducibili a musei, cinema e teatri, oltre 7 miliardi del settore sport e tempo libero. In tre mesi possono subire ripercussioni enormi 45 miliardi e i settori più a rischio vanno dal turismo ai trasporti, dagli spettacoli allo sport. Le ricadute sono in alcuni casi dirette e in altri si tratta di ricadute “a cascata” non soltanto nelle regioni e nelle province della cosiddetta “zona rossa”, ma su tutti il territorio nazionale.
Secondo lo studio dell’associazione, che ha elaborato i dati Istat integrandoli con alcune stime, il Coronavirus può avere ricadute – dirette o indirette – su 146,1 miliardi (dati riferiti al 2019) che corrispondo al 9,12% del pil italiano. Nel dettaglio, si tratta di 64 miliardi del settore alberghiero e della ristorazione, di 53 miliardi delle imprese di trasporto, di 8,1 miliardi dell’area noleggio e leasing, di 2 miliardi “fatturati” da agenzie di viaggio e tour operator, di 10,8 miliardi dello spettacolo (musei, cinema e teatri), di 7,6 miliardi del comparto sport e tempo libero. In particolare, il settore dei trasporti comprende 47,2 miliardi di autobus e vetture, 3,9 miliardi di navi e traghetti, 2,1 miliardi delle compagnie aeree. Il recinto economico a rischio “Coronavirus” è un mix di settori di attività che, in totale, sono costantemente cresciuti negli ultimi anni: nel 2019, il totale si è attestato a 146,1 miliardi (9,12% del pil), nel 2015 era a quota 128,6 miliardi (8,65% del pil), nel 2016 a 135,2 miliardi (8,88% del pil), nel 2017 a 140,4 miliardi (9,01% del pil), nel 2018 a 143,5 miliardi (9,06% del pil). Dal 2015 al 2019, il “fatturato” delle imprese del turismo, dei trasporti e dello spettacolo è cresciuto di 17,5 miliardi.
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