Effetto Covid nullo in alcune zone del Paese: in due regioni italiane, Lazio e Sicilia, nei primi tre mesi di quest’anno si sono registrati meno morti rispetto al periodo gennaio-marzo del 2019, rispettivamente 277 in meno (-4,3%) e 43 in meno (-0,7%); in altre regioni, la mortalità in eccesso è stata poco rilevante: 11 decessi in più in Basilicata, 30 in Molise, 47 in Umbria, 63 in Campania e 81 in Calabria.
Quattro, invece, le aree regionali con picchi di mortalità elevati: 1.032 in più i morti in Veneto, 2.313 in Piemonte, 3.101 in Emilia-Romagna e ben 16.086 in più in Lombardia, dove la variazione della mortalità è stata pari al più 147%.
E’ quanto emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale in Emilia-Romagna l’aumento dei morti è stato pari al 54,4%, in Piemonte al 39,2% e in Veneto al 18,8%. «I dati dimostrano che l’emergenza sanitaria andava gestita in maniera differente sul territorio nazionale, anche per evitare una catastrofe economica e sociale per tutto il Paese. Il lockdown generale ha avuto un senso, ma andava limitato a tre-quattro settimane al termine delle quali sarebbe stato opportuno ripartire con differenze rilevanti sia per le attività economiche sia per quelle pubbliche, come nel caso delle scuole. Differenze che avrebbero consentito di attenuare le difficoltà e cominciare la ricostruzione in anticipo» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. «Da domani riaprono tutte le regioni e qualche preoccupazione esiste: considerando l’andamento dei contagi ancora piuttosto rilevante in Lombardia, sarebbe stato opportuno estendere le restrizioni in quella regione per qualche altra settimana» aggiunge Ferrara.
Secondo l’analisi di Unimpresa – basata su dati della Banca d’Italia, dell’Istat e dell’Istituto superiore di sanità – l’effetto dell’epidemia da Covid-19 è stato circoscritto su base territoriale, limitato a quattro regioni del Nord e alla Lombardia in particolare. In Lombardia, i morti in eccesso nei primi tre mesi del 2020 rispetto al periodo gennaio 2019, sono stati 16.086 in crescita del 147%, mentre la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus è stata pari a 7.724. Sono 3.101 in più i morti in Emilia-Romagna (+54,4%) ed è pari a 1.211 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi causati dall’epidemia; sono, invece, 2.313 in più i morti in Piemonte (+39,2%) e la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus è stata pari a 1.295; 1.032 in più morti in Veneto (+18,8%) ed è pari a 521 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi legati al Covid; in Liguria i morti in più sono stati 917 (+37,3%) ed è pari a 549 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus; 750 in più i morti nelle Marche (+37,3%) ed è pari a 422 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi causati dall’epidemia; 584 in più i morti in Trentino-Alto Adige (+54,6%) ed è pari a 303 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi causati dall’epidemia; 524 in più i morti in Toscana (+10,5%) ed è pari a 298 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi causati dall’epidemia; sono 361 in più i morti in Puglia (+8,2%) e la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus è stata pari a 243; in Sardegna morti in più sono stati 249 (+13,0%) ed è pari a 210 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi motivati dal Covid; 219 in più i morti in Abruzzo (+12,8%) ed è pari a 155 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi causati dall’epidemia; in Friuli Venezia Giulia i morti in più sono stati 148 (+8,7%) ed è pari a 91 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi motivati dal Coronavirus; sono 81 in più i morti in Calabria (+3,4%) e la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus è stata pari a 63; 80 in più i morti in Valle d’Aosta (+48,3%) ed è pari a 10 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus; 63 in più morti in Campania (+1%) ed è pari a meno 16 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi legati al Covid in Umbria i morti in più sono stati 47 (+3,9%) ed è pari a 10 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus; 30 in più i morti in Molise (+6,7%) ed è pari a 26 la differenza tra mortalità in eccesso e decessi causati dall’epidemia; sono 11 in più i morti in Basilicata (+1,5%) e la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus è stata pari a 6. In due regioni si è registrata una variazione negativa della mortalità: nel Lazio è stata pari al 4,3% (277 i decessi in meno), con la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus a meno 435; in Sicilia è stata pari allo 0,7% (43 i decessi in meno), con la differenza tra mortalità in eccesso e decessi attribuiti al Coronavirus a meno 120.
Secondo il Centro studi di Unimpresa «la cartina geografica tratteggiata grazie ai dati restituisce una situazione territorialmente disomogenea, con alcuni territori particolarmente colpiti e altri nei quali, al contrario (e per fortuna), l’effetto dell’epidemia da Covid-19 è risultato assai contenuto se non addirittura nullo come si evince dall’analisi statistica relativa al Lazio e alla Sicilia. Ne consegue che, superata una fase emergenziale, che ha spinto le autorità sanitarie a suggerire misure uniche su scala nazionale, l’attuazione del piano di riaperture avrebbe dovuto essere fondata su forti distinzioni. Ciò al fine di ridurre il più possibile i disagi sia di tipo sociale sia di tipo economico».
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