Sospensione del pagamento delle tasse, moratoria dei prestiti e sconti sul pagamento delle utenze fino a fine anno. Sgravi fiscali e contributivi sul costo del personale. Liquidità immediata a tasso zero. Rimodulare i piani di pagamento con i fornitori e protesti temporaneamente inapplicabili. Sono questi i suggerimenti che Unimpresa Moda propone al governo e ai comparti collegati per far fronte alla crisi innescata dall’emergenza Covid-19, chiedendo un tavolo di concertazione, fra le associazioni del settore e tutti i rappresentati dei fornitori. «Interveniamo a favore degli Atelier Sposi facendo proprie le parole degli imprenditori del settore. La crisi che attanaglia il mondo moda, a seguito alla emergenza Coronavirus, vede il settore sposi molto colpito. La profonda crisi che ha colpito la vendita di abiti da sposa e da cerimonia è molto grave» dice il presidente di Unimpresa Moda, Giancarlo Presutto, secondo il quale «il settore in questione è caratterizzato da stagionalità dove l’80% dei matrimoni (e quindi delle vendite) interessa il periodo che va da maggio a settembre, periodo altamente incerto e impattato dalle restrizioni legate al Covid-19 imposte dal governo che non ha varato alcuna norma specifica per il settore moda e dei matrimoni in particolare: la stagione 2020 è ormai entrata nel vivo – o meglio sarebbe dovuta entrare nel vivo – e gli imprenditori del settore riscontrano enormi difficoltà».
Secondo Unimpresa Moda, a causa delle restrizioni e dell’incertezza sul futuro, il 70% dei matrimoni 2020 è stato rinviato all’anno prossimo con un notevole impatto negativo sui ricavi del 2020. Anche sui restanti matrimoni al momento nulla è certo. «In alcuni casi – spiega Presutto – gli operatori del settore hanno ricevuto delle richieste di rescissione contrattuale accompagnate dalla domanda di restituzione delle caparre. Ragion per cui, le fonti di reddito in cui speravano gli imprenditori per il 2020 sono quasi totalmente svanite non potendo in alcun modo ricevere incassi, in genere coincidenti con la consegna dell’abito. Si devono fronteggiare i vari costi aziendali, dal personale alla merce, dai mutui agli affitti. Nella situazione attuale è molto difficile far fronte a tutte le spese in particolare a quelle legate ai pagamenti della merce ai fornitori».
Per il comparto legato agli abiti da sposa e cerimonia, la programmazione di una stagione prevede la consegna della merce da parte dei fornitori nell’terzo quadrimestre dell’anno che precede l’evento. Per quanto riguarda il 2020, quindi, la fornitura è stata completata tra settembre e dicembre del 2019. «Tuttavia, la chiusura delle attività ha azzerato i pagamenti attesi per quest’anno» osserva il presidente di Unimpresa Moda, che sottolinea una serie di problemi tra i quali assegni che non avranno copertura, pretese di garanzie da parte del 90% dei fornitori, assenza di liquidità, complicate rimodulazioni dei piani di pagamenti. Tutto queste mentre la clientela potrebbe avanzare richieste di modifiche degli ordini in attesa delle nuove collezioni del 2021. «La riapertura delle attività produttive, se non sarà accompagnata dalla possibilità di celebrare matrimoni e organizzare gli eventi connessi, si rivelerà sostanzialmente inutile» sostiene Presutto.
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