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Coronavirus: Unimpresa, sanità privata in ginocchio, ma può contribuire a superare emergenza

 «Il Coronavirus sta mettendo in ginocchio anche la sanità privata: le aziende ed i professionisti del settore, parallelamente a tutte le strutture e i professionisti del comparto pubblico, stanno vivendo un vero dramma. Il problema è legato all’annullamento di massa di visite private sia a domicilio sia nei poliambulatori o negli studi professionali: si tratta di appuntamenti già prenotati nei mesi scorsi e le cancellazioni non tendono a diminuire, anzi è prevedibile che nei prossimi giorni le disdette cresceranno sistematicamente. Tutto ciò determina pesanti difficoltà sia sul piano gestionale sia sul versante economico, con ripercussioni palpabili nelle micro e piccole e medie imprese oltre che tra i professionisti di tutta la sanità privata».

Lo dichiara il presidente di Unimpresa Sanità, Pierfilippo Marcoleoni. «A nostro giudizio, la sanità privata può dare un contributo importante per superare, nel più breve tempo possibile, l’emergenza Coronavirus. La priorità deve essere la battaglia sinergica tra pubblico e privato per raggiungere l’obiettivo comune della massima tutela della collettività e la salute del Paese intero» aggiunge il presidente di Unimpresa Sanità.

Secondo Marcoleoni «le norme che il governo si appresta a varare nel weekend, in particolare per quanto riguarda l’ambito fiscale, sono importanti, ma sono solo un primo passo. Ci aspettiamo pacchetti normativi più incisivi a vantaggio delle piccole e medie imprese che si troveranno a fronteggiare una drammatica crisi di liquidità da evitare con strumenti da affiancare al Fondo centrale di garanzia. In quest’ottica sarà fondamentale snellire le procedure di accesso al credito e scommettere su una ripresa degli investimenti pubblici. In ogni caso, va garantita l’applicabilità totale degli interventi economici, compresi gli ammortizzatori sociali, a tutte le categorie dei lavoratori autonomi e delle partite Iva, non solo del settore della sanità, ma anche del commercio, dell’artigianato e di tutte le realtà, a cominciare dal turismo, che più di altre subiranno i contraccolpi economici dell’emergenza sanitaria». 

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