L’associazione presenta al governo un pacchetto di proposte per il comparto sanitario: servono aiuti economici straordinari, sospensione di pagamenti e tasse. Il presidente Marcoleoni: «Situazione del settore è da allarme rosso, mancano fondi per pagare gli stipendi»
Aiuti economici straordinari, equo compenso per professionisti, micro e pmi del settore sanitario. Sospensione dell’esercizio contabile 2020, sia civilistico sia fiscale, e proroga al 31 dicembre 2021 per consentire il recupero del gap che si sta accumulando durante la crisi, tenuto conto che, nel corso di quest’anno si formerà, nel complesso, un solo semestre contabile. Contributi in conto capitale e garanzie su prestiti con previsione di restituzione in 60 mesi a tassi agevolati Sospensione per sei mesi dei pagamenti di tutte le utenze, dei tributi locali e del Durc. E, in prospettiva, una importante riforma volta a snellire la burocrazia. È il pacchetto di proposte per il settore sanitario che Unimpresa Sanità ha presentato oggi al governo e al Parlamento nell’ambito degli interventi per far fronte all’emergenza economica legata alla diffusione del Coronavirus. «La situazione del settore sanitario è da allarme rosso: le imprese e i professionisti sono in piena emergenza, gli stipendi non saranno pagati perché mancano risorse e il rischio fallimento è sempre più esteso. Si tratta di un bacino ampissimo di 250.000 soggetti di categoria diverse, in prima linea contro il virus» commenta il presidente di Unimpresa Sanità, Pierfilippo Marcoleoni: «Accanto all’apprensione per l’emergenza sul versante della salute emerge una significativa difficoltà gestionale ed economica».
Secondo il presidente di Unimpresa Sanità, «il Covid-19 viene paragonato ad una crisi peggior di quella della Seconda guerra mondiale, forse sarà ancora maggiore se non si provvede a progettare da oggi una nuova ripresa economica che abbia caratteristiche di novità mai viste e faccia ripartire l’Italia economica-sociale con iniziative scioccanti sia per il mondo dell’imprenditoria tutta (micro e pmi) sia per i cittadini che ad oggi vivono in maniera a dir poco angosciante il prossimo futuro. Perciò siamo dubbiosi e preoccupati sull’impatto della manovra del governo e ci racconta come le micro e piccole imprese con partita Iva (dei vari settori coinvolti) dei professionisti della sanità siano in ansia sia per il fermo ( necessario, obbligatorio e dovuto) delle proprie attività che per l’esclusione da qualsiasi incentivo economico e di protezione generale non essendo inquadrati in nessuna cassa privata ma iscritti solo ad un albo di nuova costituzione( che non è supportato da nessuna cassa interna) quale quello dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione che raggruppa 19 professioni tra le più diverse e impegnate nel mondo della Sanità privata sia come dipendenti pubblici e privati che come micro e pmi. Riteniamo urgente allertare il governo sulla necessità di inquadrare anche tutte le partite Iva che svolgono attività di operatore sanitario nel novero degli aiuti economici straordinari e che sia inderogabile progettare al più presto una iniezione di liquidità diretta alle imprese coinvolte che si proietti verso il prossimo semestre fiscale ed economico».
Per questo Unimpresa Sanità chiede «al governo è di superare la fase emergenziale con le misure temporanee di aiuto alle imprese ed ai cittadini, partendo con il congelamento delle posizioni debitorie. È essenziale cominciare sin d’ora a progettare la gestione della ripresa economica del Paese che veda iniezioni di liquidità dirette sia alle imprese sia ai cittadini per far si che i consumi possano riprendersi al più presto e che l’Italia possa ritrovare tranquillità».
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