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Covid 19: la prevenzione nella Fase 3

di Maurizio Mari

“L’epidemia non è finita”, ha dichiarato il Ministro della Salute, ed è necessaria “una convinta e responsabile prudenza: siamo sulla strada giusta, ma il nemico non è vinto. Non bisogna abbassare la guardia”

Le misure di lock-down in Italia hanno effettivamente consentito un controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 sul territorio nazionale, pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 Regioni.

Ad oggi, permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi segnalati, che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte Regioni italiane. Questo richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione, quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico.

È indispensabile mantenere elevata la resilienza dei servizi territoriali, per continuare a favorire la consapevolezza e la compliance della popolazione, per concretizzare la ricerca attiva ed accertamento diagnostico di potenziali casi, l’isolamento dei casi confermati, la quarantena dei loro contatti stretti. Queste azioni sono fondamentali per controllare la trasmissione ed eventualmente identificare rapidamente e fronteggiare recrudescenze epidemiche. 

Bisogna procedere con cautela e prudenza e le regole che abbiamo imparato in queste settimane dobbiamo continuare a seguirle, perché sono la chiave per la battaglia contro il Covid 19.

Il virus è ancora pericoloso. 

Dobbiamo continuare a lavorare sulla prudenza fino a quando non ci sarà la scoperta di un vaccino che ci consentirà, finalmente, di vincere questa battaglia. Fino ad allora avremo bisogno della massima attenzione e cautela”, ha dichiarato il Ministro della Salute.

Ognuno di noi, può fare la Sua parte, sia a livello personale, sia a livello aziendale.

In questo ultimo mese, sono divenute familiari alcune parole:

Sanificazione: un “complesso di procedimenti e operazioni” di pulizia e/o disinfezione che comprende anche il mantenimento della buona qualità dell’aria, con il ricambio d’aria in tutti gli ambienti.

Disinfezione: un trattamento per abbattere la carica microbica di ambienti, superfici e materiali e va effettuata utilizzando prodotti disinfettanti (biocidi o presidi medico chirurgici) autorizzati dal Ministero della Salute.

Igienizzazione dell’ambiente: è l’equivalente di detersione ed ha lo scopo di rendere igienico, ovvero pulire l’ambiente eliminando le sostanze nocive presenti. I prodotti senza l’indicazione dell’autorizzazione del ministero della Salute che riportano in etichetta diciture sull’attività ad es. contro germi e batteri, non sono prodotti con attività disinfettante dimostrata, ma sono semplici detergenti per l’ambiente (igienizzanti).

Detersione: consiste nella rimozione e nell’allontanamento dello sporco e dei microrganismi in esso presenti, con conseguente riduzione della carica microbica. La detersione e un intervento obbligatorio prima di disinfezione e sterilizzazione, perché lo sporco è ricco di microrganismi che vi si moltiplicano attivamente ed è in grado di ridurre l’attività dei disinfettanti.

Sterilizzazione: processo fisico o chimico che porta alla distruzione mirata di ogni forma microbica vivente, sia in forma vegetativa che in forma di spore.

Secondo l’ultimo rapporto dell’ISS – Istituto Superiore della Sanità, riguardo la stabilità nel tempo del virus SARS-CoV-2 su differenti superfici si evidenzia che:

  • sulla carta da stampa: le particelle virali infettanti sono state rilevate fino a 30 minuti dalla contaminazione; dopo 3 ore non sono più state rilevate;
  • sul tessuto: la presenza di tali particelle è risultata più duratura nel tempo: sono state rilevate fino a 1 giorno dalla contaminazione e non più rilevate dopo 2 giorni.
  • su banconote e vetro: la presenza delle particelle virali infettanti è stata rilevata fino a 2 giorni dopo la contaminazione; non più rilevata dopo 4 giorni.
  • su acciaio, inox e plastica: le particelle virali infettanti sono state rilevate fino a 4 giorni dalla contaminazione; non più rilevate dopo 7 giorni.
  • sulle mascherine chirurgiche: nello strato interno le particelle sono state rilevate fino a 4 giorni dalla contaminazione, dopo 7 giorni non sono state più rilevate; nello strato esterno invece le particelle virali sono risultate presenti fino a 7 giorni dalla contaminazione.

Di fondamentale importanza è, quindi, la prevenzione primaria; infatti, la Prevenzione Primaria ha il suo campo d’azione sul soggetto sano e si propone di mantenere le condizioni di benessere e di evitare la comparsa di malattie. In particolare è un insieme di attività, azioni ed interventi che attraverso il potenziamento dei fattori utili alla salute e l’allontanamento o la correzione dei fattori causali delle malattie, tendono al conseguimento di uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale dei singoli e della collettività o quanto meno ad evitare l’insorgenza di condizioni morbose. 

L’insieme di questi interventi è pertanto finalizzato a ridurre la probabilità che si verifichi un evento avverso non desiderato (riduzione del rischio). Un insieme di attività, azioni ed interventi attuati con il fine prioritario di promuovere e conservare lo stato di salute ed evitare l’insorgenza di malattie.

Tra i compiti della sanità pubblica non c’è solo quello di offrire cure e assistenza ai malati, ma anche quello di promuovere la salute di tutti i cittadini, ricorrendo anche a misure di prevenzione e iniziative di educazione sanitaria.

Quando si parla di sanità, e in particolare di servizio pubblico, si tende spesso a pensare al recupero della salute fisica e mentale in caso di patologie, incidenti, infortuni o altri eventi che possono in qualche modo compromettere la salute. 

Come suggerisce però l’articolo 1 della legge 833/78, che ha di fatto istituito il Servizio Sanitario Nazionale, i compiti di quest’ultimo vanno oltre: prima ancora di favorirne il recupero, funzioni, strutture, servizi e attività del SSN devono essere finalizzate alla promozione e al mantenimento della salute della popolazione.

Ecco allora che compito del SSN non è “semplicemente” quello di prendersi cura dei malati quanto piuttosto, entro i limiti del possibile, intervenire ancora prima che i cittadini si ammalino e necessitino di cure, ancor di più e soprattutto nel caso di disturbi o malesseri che potevano essere evitati attraverso un’adeguata informazione e sensibilizzazione sui rischi associati a comportamenti poco salutari o attuando buone pratiche – sostenute da evidenza scientifica – volte a prevenire morbosità, mortalità e disabilità e/o a diagnosticare in fase iniziale malattie potenzialmente gravi, individuando celermente i soggetti a rischio o che necessitino di successiva presa in carico (screening, vaccinazioni obbligatorie, diagnosi precoce, etc).

Nella “Fase 3”  – che durerà fino a quando non verrà commercializzato il vaccino –  gli individui e le aziende avranno il dovere di rispettare le regole; queste regole potranno cambiare, sulla base della conoscenza scientifica.

Distanziamento fisico, igiene delle mani, mascherina in luoghi chiusi ed in luoghi aperti affollati: queste sono le regole per tutti noi.

Le mascherine rappresentano una misura complementare per il contenimento della trasmissione del virus e non possono in alcun modo sostituire il distanziamento fisico, l’igiene delle mani e l’attenzione scrupolosa nel non toccare il viso, il naso, gli occhi e la bocca.

Prima di indossare la mascherina è necessario:

  • lavare le mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi o eseguire l’igiene delle mani con soluzione alcolica (es. Amuchina) per almeno 20-30 secondi;
  • indossare la mascherina toccando solo gli elastici o i legacci e avendo cura di non toccare la parte interna;
  • posizionare correttamente la mascherina facendo aderire il ferretto superiore al naso e portandola sotto il mento;
  • accertarsi di averla indossata nel verso giusto (ad esempio nelle mascherine chirurgiche la parta colorata è quella esterna);

Durante l’uso della mascherina è necessario:

  • se si deve spostare la mascherina, manipolarla sempre utilizzando gli elastici o i legacci;
  • se durante l’uso si tocca la mascherina, si deve ripetere l’igiene delle mani;
  • non riporre la mascherina in tasca e non poggiarla su mobili o ripiani;

Quando si rimuove la mascherina è necessario:

  • manipolare la mascherina utilizzando sempre gli elastici o i legacci;
  • lavare le mani con acqua e sapone o eseguire l’igiene delle mani con una soluzione alcolica;

Nel caso di mascherine riutilizzabili è necessario:

procedere alle operazioni di lavaggio a 60 gradi con comune detersivo o secondo le istruzioni del produttore, se disponibili; talvolta i produttori indicano anche il numero massimo di lavaggi possibili senza riduzione della performance della mascherina;

Per garantire la tutela della salute anche nelle aziende,  i datori di lavoro hanno ricevuto delle regole che devono necessariamente essere eseguite, per non incorrere nella chiusura temporanea dell’attività, fino al ripristino delle misure di sicurezza anti-contagio.

Fondamentali sono:  le modalità di ingresso in azienda, le modalità di accesso dei fornitori esterni, la pulizia e la sanificazione, le precauzioni igieniche personali, i dispositivi di protezione individuale, la gestione degli spazi comuni, la turnazione aziendale, l’entrata e l’uscita dei dipendenti, eventi interni e riunioni, la gestione di una persona sintomatica, la sorveglianza sanitaria in azienda e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione.

Per evitare che le regole nelle aziende e, nei luoghi pubblici di maggiore assembramento non vengano rispettate, si ritiene che la proposta del Governo, di istituire le cosiddette “Guardie Civiche” anti assembramento, sia assolutamente vincente.

In tal senso, la proposta di UNIMPRESA, di reclutare tali figure di “Guardie Civiche” affidandosi alle Aziende Nazionali di Servizi Investigativi Privati, sarebbe non solo auspicabile, ma assolutamente necessaria ed opportuna, anche in considerazione dell’importanza della “prevenzione primaria”, per la promozione e il mantenimento della salute della popolazione, che non può essere svolta da “volontari” non formati, bensì da professionisti che abbiano le giuste competenze per evitare uno degli pericoli più importanti: l’assembramento.

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