«Il nuovo decreto presidenziale, annunziato ieri sera con le consuete modalità orarie del prime time e con stesse artate rivendicazioni propagandistiche della maledetta primavera 2020, conferma che questo premier, nonché il governo da lui presieduto e la pseudo-maggioranza che lo sostiene, siano, per il nostro Paese, una vera iattura, un disgraziato incidente del destino, in un momento drammatico della sua storia civile ed economica. L’undicesimo decreto presidenziale della lunga serie, che, purtroppo, non sarà nemmeno l’ultimo, ripete ed aggrava, come un incubo che ritorna, gli stessi fatali errori della prima fase pandemica, dominata dall’ anarchia istituzionale, dalla mancanza di coordinamento, dal rovesciamento delle decisioni sulle regioni e sui sindaci, in breve, dal non-governo della situazione».
È quanto scrive il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro, in un documento pubblicato sul sito dell’associazione.
«Nessun cambio di strategia, perché manca oggi, come agli inizi, uno “straccio” di strategia! Si naviga a vista, alla mercé degli eventi e dei marosi. Tra l’altro, nessuna assunzione di responsabilità politica, come se quanto accade fosse affare d’altri! Per cui, questo decreto, frutto di un’altra estenuante mediazione tra ministri, tecnici, regioni e lobby di potere, che pretende pomposamente di bilanciare le misure del contenimento epidemico senza interrompere (sic!) la ripresa economica, non conseguirá l’uno, né l’altro risultato» scrive ancora Lauro. Secondo il segretario generale di Unimpresa «il “marcio politico” di siffatto mediazionismo devastante deriva dalla natura originaria di questa figura presidenziale e di questa maggioranza parlamentare, con il risultato di un altro provvedimento, che non coinvolge, nei contenuti, le opposizioni, depriva il Parlamento del suo ruolo, istituzionale e costituzionale, e rinnova l’inconcludente stillicidio di decisioni confuse e tuttora non risolutive, che rinviano sempre ad altre future decisioni. Tutto il contrario di un governo dell’emergenza sanitaria ed economica! A chi giova questa prevedibile agonia? Soltanto alla sopravvivenza del governo stesso, non certo alle famiglie e alle imprese italiane, specie quelle micro, piccole e medie, che restano con l’acqua alla gola, costrette ormai ad abbandonare il campo, nonostante le mirabolanti promesse della nuova manovra finanziaria dei cosiddetti interventi mirati, dopo quelli a pioggia, risultati del tutto fallimentari».
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