«Mentre il presidente della Repubblica, di fronte all’anarchia istituzionale in atto ormai da dieci mesi, si affanna ad invocare, per l’ennesima volta, un’unità di intenti a tutti i livelli di governo, centrale e periferici, contro il nemico comune, il Covid-19, in ossequio al principio della leale collaborazione tra Stato e Regioni, il premier prova invano, in maniera risibile e puerile, a scusarsi per l’ennesima figuraccia collezionata nella tragicomica vicenda della nomina del commissario per la sanità in Calabria: Cotticelli, Zuccarelli, Gaudio, Strada, in attesa del prossimo malcapitato da estrarre dalla tombola notturna di Palazzo Chigi. Si conferma così l’assoluta inidoneità politica del premier a garantire il coordinamento e l’unità di indirizzo politico-amministrativo dell’esecutivo, in spregio all’articolo 95 della Costituzione. Se la vicenda del commissario alla sanità offende pesantemente la comunità calabrese, ancor più grave risulta lo scontro pubblico, all’interno della cosiddetta maggioranza Pd/M5s e del governo, su temi cruciali come il Mes, la presunta cancellazione del debito pubblico e il ritardo, ormai doloso, del piano di investimenti sulle risorse del Recovery fund, sul quale si addensano ostacoli in sede europea. Fino a quando reggerà il falsissimo mito della insostituibilitá di questo personaggio, creato ad arte? Quanti altri danni dovrà provocare, causa l’omertá che lo circonda, perché si prenda atto della realtà? Qualcuno aspetta che si arrivi prima al drammatico record di 50.000 vittime innocenti? Non sarebbe più dignitoso invece di scusarsi, salire al Quirinale e dimettersi, lasciando ad altre personalità più autorevoli e competenti il compito di reggere le sorti di un paese nella tempesta?».
Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro.
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