L’intervento del segretario generale dell’associazione durante il comitato di presidenza: «Nell’attività dell’esecutivo hanno prevalso l’improvvisazione e l’arroganza»
«Hanno prevalso, in questi drammatici dieci mesi, nell’attività dell’esecutivo, non soltanto l’incapacità, l’improvvisazione e una illusoria autoesaltazione, ma la presunzione, l’arroganza e il non ascolto delle proposte e dei suggerimenti offerti, puntualmente, dai tecnici e dal mondo del lavoro e delle attività produttive. Oggi che siamo precipitati in condizioni ancor peggiori della scorsa primavera, ciò che ferisce, ciò che offende e ciò che angoscia, appare la protervia di chi non ha imparato niente dagli errori commessi in passato e li ripete, al presente, portando alla rovina il nostro paese».
Lo ha detto oggi il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro, nel corso del suo intervento durante il comitato di presidenza dell’associazione. Nel suo discorso, Lauro ha parlato del «calvario degli errori di analisi di coordinamento e di gestione, nel contenimento dell’epidemia e nella salvaguardia del tessuto economico produttivo del nostro paese, commessi dal governo Conte».
Il segretario generale di Unimpresa ha poi parlato dei danni cagionati dalla gestione della pandemia. «Chi ripagherà le vittime innocenti di questa immane tragedia e le loro famiglie? Chi restituirà ai piccoli e medi imprenditori italiani, costretti a chiudere i loro esercizi commerciali, i sacrifici di una vita e, non di rado, di generazioni familiari? Chi ridarà il sorriso e la speranza nel futuro, strappandoli all’ansia e alla rabbia dell’oggi, ai giovani, agli anziani, alle famiglie, alle comunità, ai lavoratori e agli imprenditori? Non di certo questo governo e questa classe politica» ha osservato Lauro, secondo il quale «nessuno si può illudere di poter sfuggire alle proprie responsabilità, morali, civili e penali, programmando luminose quanto improbabili carriere. Presto o tardi, i responsabili istituzionali, politici e amministrativi di questo disastro collettivo dovranno essere chiamati a risponderne. Non questo, ormai esangue, mortificato e inerte parlamento, ma il futuro parlamento dovrà varare una commissione bicamerale di inchiesta, indipendente, per fare il bilancio di questa nuova Caporetto nazionale e sanzionarne i responsabili. Prima o dopo che, auspicabilmente, si attivi il Tribunale dei ministri».
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