«La pseudo filosofia emergenziale dei bonus e dei ristori, delle proroghe e dei rinvii sono stati reiterati nella manovra di fine anno, nel bilancio preventivo 2021. Investimenti zero, riforme strutturali, come fisco, giustizia civile, pubblica amministrazione semplificazione, digitalizzazione, richieste anche dall’Europa, men che zero. Spese correnti, distribuzione improduttiva di risorse, tutte a debito, ormai al 160% del PIL, tutte caricate sul groppone dei giovani. Le ingenti risorse europee del Recovery Fund, destinate all’Italia, per la ripresa economica, per le riforme di sistema e per la ricostruzione postepidemica rappresentano l’unica e ultima zattera di salvataggio per evitare il declino definitivo e il naufragio politico, economico e sociale del nostro paese».
Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro. «Senza ripresa, rilancio e sviluppo, basato su investimenti produttivi, i debiti già contratti peseranno come un macigno sui futuri governi e sulla comunità nazionale, soffocandone ogni potenziale espansione economica. La posta in gioco è vitale e il tempo a disposizione ormai agli sgoccioli, senza poter subire ulteriori rinvii, oltre febbraio, a causa dei contrasti in seno al Governo e alla maggioranza» osserva Lauro. «Programmare e pianificare interventi su progetti vecchi, in maniera raffazzonata e senza prospettive, affidarne l’esecuzione a organismi esterni agli apparati amministrativi pubblici, con rischi di contenzioso, sprecare le risorse per accontentare il clientelismo politico-elettorale dei partiti di maggioranza, con qualche briciola per quelli dell’opposizione, ritardare nella tempistica progettuale e, in particolare, in quella realizzativa dei progetti approvati, porterebbe non solo al discredito a livello europeo, ma all’interruzione dell’erogazione dei fondi, prestiti o a fondo perduto, con il fallimento dell’intera operazione» aggiunge il segretario generale di Unimpresa.
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