Secondo la ricerca di Unimpresa, realizzata sulla base di dati della Banca d’Italia, alle aziende che si occupano di estrazioni di minerali da cave e miniere spetta il premio della maggior diminuzione in termini percentuali: -28,15% che corrisponde a un taglio dei prestiti di poco superiore a 1 miliardo (da 3,8 miliardi a 2,7 miliardi). Per il settore dell’informazione e della comunicazione la riduzione è stata di 2,2 miliardi (-12,58%) con il totale dei prestiti sceso da 18 miliardi a 15,8 miliardi. “Terzo gradino del podio” per le aziende che svolgono attività professionali, scientifiche e tecniche: -3,9 miliardi (-9.22%), stretta che ha portato il totale dei prestiti da 42,4 miliardi a 38,4 miliardi.
Dodici mesi drammatici per i settori che ruotano attorno all’edilizia. Le imprese costruttrici si sono viste ridurre i finanziamenti di 3,9 miliardi (-2,47%) da 159,3 miliardi a 155,3 miliardi. Calo analogo a quello subito dalle imprese classificate come “attività immobiliari”: -2,6 miliardi (-2,18%) da 121 miliardi a 118,3 miliardi. Assai negativa anche la situazione per il commercio: in un anno i finanziamenti sono passati da 126,5 miliardi a 121,8 miliardi con una diminuzione di 4,6 miliardi (-3,67%). In totale il calo per l’edilizia è di 6,5 miliardi.
Poi c’è il comparto delle utility. La situazione è risultata particolarmente negativa per il settore “energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata”: -1 miliardo (-3,07%) da 33,7 miliardi a 32,7 miliardi. Meno grave il bilancio allo sportello per le aziende che si occupano della distribuzione e gestione di acqua, reti fognarie, rifiuti e risanamento: -132 milioni (-1,21%) da 10,9 miliardi a 10,7 miliardi.
In controtendenza solo due comparti. Anzitutto agricoltura, silvicoltura e pesca con un aumento dei prestiti di 344 milioni da 17,3 miliardi a 17,6 (+1,98%); il quadro dei finanziamenti è migliorato anche per il settore del trasporto e magazzinaggio con un incremento di 2,3 miliardi da 41 miliardi a 43,3 miliardi (+5,64%.). Soffre meno uno dei settori legati al turismo: per alberghi e ristoranti la riduzione dei prestiti è stata di 583 milioni (-1,74%) con lo stock sceso da 33,5 miliardi a 32,9 miliardi. Negativo, invece, il bilancio per il comparto del noleggio e agenzie di viaggio: -1,3 miliardi (-6,51%) con il totale dei prestiti calato da 19,9 miliardi a 18,6 miliardi.
«A parte alcuni fenomeni circoscritti, la chiusura dei rubinetti da parte delle banche – commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi- è evidente e drammatica. Paga il conto soprattutto chi produce. Sono stati dodici mesi tremendi e succede, purtroppo, quello che temevano: la liquidità non gira e le imprese chiudono». «A questo punto – dice Longobardi- la questione del credito deve assolutamente diventare una priorità per il Governo di Enrico Letta. O il denaro viene messo a disposizione delle imprese e delle famiglie o la recessione diventerà più profonda con il Paese destinato a morire».
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