Credit crunch senza fine: quasi 47 miliardi di euro in meno negli ultimi dodici mesi. E’ sempre più forte la stretta delle banche sui prestiti che nell’ultimo anno sono calati al ritmo di 3,9 miliardi al mese. Da settembre 2012 a settembre 2013 il totale dei finanziamenti al settore privato è diminuito di 46,8 miliardi di euro passando da 1.479,6 miliardi a 1.432,8 miliardi. Una riduzione che interessa sia le famiglie (-6 miliardi) sia le imprese (-40,8 miliardi). Questi i dati principali di un’analisi del Centro studi Unimpresa, secondo cui le erogazioni degli istituti di credito sono scese, complessivamente, del 3,17% nell’ultimo anno.
Secondo il rapporto dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, resta particolarmente grave il quadro per le imprese: nell’ultimo anno le aziende hanno assistito alla riduzione dei finanziamenti di tutti i tipi di durata. Sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 14,5 miliardi (-4,43%) da 327,4 miliardi a 312,9 miliardi, quelli di medio periodo (fino a 5 anni) di 7,4 miliardi (-5,66%) da 131,8 miliardi a 124,3 miliardi e quelli di lungo periodo (oltre 5 anni) di 18,9 miliardi (-4,61%) da 410,5 miliardi a 391,6 miliardi. In totale lo stock di finanziamenti alle imprese è sceso da 869,8 miliardi a 828,9 miliardi con una diminuzione di 40,8 miliardi (-4,70%).
GIU’ I MUTUI DI 3,8 MILIARDI, NIENTE LIQUIDITA’ PER IL MERCATO IMMOBILIARE
Analoga situazione per le famiglie: in dodici mesi meno credito al consumo per 1 miliardo (-1,68%) da 59,7 miliardi a 58,7 miliardi e meno prestiti personali per 1,1 miliardi (-0,61%) da 183,8 miliardi a 182,7 miliardi. Giù anche il comparto mutui casa con le erogazioni degli istituti calate di 3,8 miliardi (-0,31%) da 366,2 miliardi a 362,3 miliardi: il mercato immobiliare, così rilevante per il prodotto interno lordo italiani, resta dunque privato della liquidità necessaria a ripartire; la contrazione dei finanziamenti non consente al business del mattone di rimettersi sul sentiero della crescita. In totale, lo stock di finanziamenti alle famiglie è calato da 609,8 miliardi a 603,8 miliardi con una diminuzione di oltre 6 miliardi (-0,98%).
LONGOBARDI: “PRESI IN GIRO DA GOVERNO E PARLAMENTO. LA PROPOSTA DEL TUC AL POSTO DEL TRISE E’ UN AFFRONTO INACCETTABILE”
“Il Paese è allo sbando e il futuro, sia per le famiglie sia per le imprese, è sempre più incerto. Il credito è vitale e in questo quadro riteniamo indispensabile che Parlamento ed Esecutivo aiutino le banche a riaprire i rubinetti” osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “E invece di affrontare seriamente questioni gravi, in Parlamento sembra abbiano voglia di scherzare. L’ultima proposta, volta a introdurre il Tuc al posto del Trise nel sistema fiscale sugli immobili, è una presa in giro, un affronto inaccettabile che l’Esecutivo deve fermare”.
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