Secondo il rapporto dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, resta particolarmente grave il quadro per le imprese: nell’ultimo anno le aziende hanno assistito alla riduzione dei finanziamenti di tutti i tipi di durata. Sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 14,5 miliardi (-4,43%) da 327,4 miliardi a 312,9 miliardi, quelli di medio periodo (fino a 5 anni) di 7,4 miliardi (-5,66%) da 131,8 miliardi a 124,3 miliardi e quelli di lungo periodo (oltre 5 anni) di 18,9 miliardi (-4,61%) da 410,5 miliardi a 391,6 miliardi. In totale lo stock di finanziamenti alle imprese è sceso da 869,8 miliardi a 828,9 miliardi con una diminuzione di 40,8 miliardi (-4,70%).
GIU’ I MUTUI DI 3,8 MILIARDI, NIENTE LIQUIDITA’ PER IL MERCATO IMMOBILIARE
Analoga situazione per le famiglie: in dodici mesi meno credito al consumo per 1 miliardo (-1,68%) da 59,7 miliardi a 58,7 miliardi e meno prestiti personali per 1,1 miliardi (-0,61%) da 183,8 miliardi a 182,7 miliardi. Giù anche il comparto mutui casa con le erogazioni degli istituti calate di 3,8 miliardi (-0,31%) da 366,2 miliardi a 362,3 miliardi: il mercato immobiliare, così rilevante per il prodotto interno lordo italiani, resta dunque privato della liquidità necessaria a ripartire; la contrazione dei finanziamenti non consente al business del mattone di rimettersi sul sentiero della crescita. In totale, lo stock di finanziamenti alle famiglie è calato da 609,8 miliardi a 603,8 miliardi con una diminuzione di oltre 6 miliardi (-0,98%).
LONGOBARDI: “PRESI IN GIRO DA GOVERNO E PARLAMENTO. LA PROPOSTA DEL TUC AL POSTO DEL TRISE E’ UN AFFRONTO INACCETTABILE”
“Il Paese è allo sbando e il futuro, sia per le famiglie sia per le imprese, è sempre più incerto. Il credito è vitale e in questo quadro riteniamo indispensabile che Parlamento ed Esecutivo aiutino le banche a riaprire i rubinetti” osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “E invece di affrontare seriamente questioni gravi, in Parlamento sembra abbiano voglia di scherzare. L’ultima proposta, volta a introdurre il Tuc al posto del Trise nel sistema fiscale sugli immobili, è una presa in giro, un affronto inaccettabile che l’Esecutivo deve fermare”.
Ufficio Stampa Unimpresa
a cura dell’Ago Press
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