L’analisi, basata su dati della Banca d’Italia, mette in evidenza che nell’ultimo anno, da maggio 2012 a maggio 2013, i finanziamenti degli istituti sono crollati di 58,4 miliardi di euro: -11,3 miliardi per la pa, -38,7 miliardi per le imprese e -8,2 miliardi per le famiglie. Ritmo negativo che ha segnato, in particolare, la prima parte dell’anno in corso. Stato centrale, regioni, province e comuni hanno fatto i conti con una stretta ai finanziamenti, da gennaio a maggio, per 23,2 miliardi: -154 milioni al giorno. Il credit crunch subito dalle aziende, invece, è stato di 16,3 miliardi: -108 milioni al giorno. La riduzione di mutui, credito al consumo e prestiti personali erogati alle famiglie è stata in totale di 3,1 miliardi: -21 milioni al giorno.
Il 2013 è dunque cominciato nel peggiore dei modi. Per le famiglie, anzitutto, che stanno assistendo a un drastico taglio di tutti i tipi di finanziamento: il totale dei crediti è sceso dai 610 miliardi di dicembre 2012 ai 606,8 miliardi di maggio. Nei primi 5 mesi dell’anno lo stock di mutui è sceso di 165 milioni, il credito al consumo di 1,4 miliardi e i prestiti personali di 1,7 miliardi. Per le imprese difficoltà sui prestiti di tutti i tipi di durata: il totale dei crediti è sceso dai 864,6 miliardi di dicembre 2012 ai 848,3 miliardi di maggio. Quelli a breve termine (fino a 1 anno) sono calati di 8,2 miliardi, quelli a medio periodo (fino a 5 anni) di 1,3 miliardi e quelli a lungo periodo (oltre 5 anni) di 9,4 miliardi. Situazione analoga per amministrazione centrale dello Stato ed enti locali: il totale dei crediti è sceso dai 1.990,4 miliardi di dicembre 2012 ai 1.967,1 miliardi di maggio. Giù di 19,2 miliardi i prestiti a breve e di 7,3 miliardi quelli a lungo periodo; in controtendenza i finanziamenti a medio periodo, cresciuti di 3,4 miliardi.
“Lo abbiamo detto ieri anche al presidente Abi, Antonio Patuelli, e lo ribadiamo oggi: la situazione dei finanziamenti è drammatica. E’ vero che la crisi rende più difficile l’erogazione di denaro da parte degli istituti, ma agli operatori bancari chiediamo di andare oltre i freddi numeri dei bilanci, di valutare i progetti, le prospettive di sviluppo e crescita delle aziende che bussano allo sportello per ottenere un po’ di liquidità” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
“C’è Basilea 3 ed esistono mille lacci e lacciuoli che contribuiscono ad appesantire una fase assai complessa – osserva Longobardi – e perciò chiediamo la creazione di un tavolo di lavoro comune fra le associazioni di categoria al fine di trovare una via d’uscita, nell’interesse di tutti”.
Il tema del credito sarà al centro domani, a Napoli, in un convegno nel quale verrà presentato il libro “Il rapporto banche-imprese tra crisi finanziaria e recessione dell’economia”. Scritto a quattro mani da Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa, e da Luigi Scipione, docente di Diritto dei mercati finanziari all’Università Federico II di Napoli, il testo offre una visione integrata delle innovazioni intervenute nel contesto delle politiche e degli strumenti di dialogo tra banche e imprese. Alla presenza degli autori, dopo i saluti di Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio di Napoli, di Raffaele Ottaviano, presidente di Unimpresa Area Metropolitana di Napoli e di Antonio Pentangelo, presidente della Provincia di Napoli, sono previsti gli interventi di Stefano Monferrà, docente di Intermediazione Finanziaria e Assicurazioni alla Sda Bocconi e di Erminia Mazzoni, presidente della Commissione Petizioni del Parlamento europeo. Modera il segretario generale di Unimpresa, Sergio Battaglia. L’appuntamento è alle ore 10.30, nella sala convegni della sede di Napoli di Unimpresa, in piazza Bovio 14.
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a cura di Ago Press
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