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Crisi economica: Banche, debiti e crediti deteriorati: chi ci guadagna?

dell’Avv. Gaetana Lorenza Ortisi

Oltre 2.200.000 tra soggetti, famiglie, imprese sono gravate da una zavorra finanziaria e bancaria a seguito della crisi economica del periodo 2007 – 2015, i crediti deteriorati presenti nei portafogli delle banche sono cresciuti a dismisura raggiungendo i 360 miliardi di Euro.

Sicuramente tale indebitamento sarà incrementato dalla crisi ancora più devastante del dopo Covid-19.

Succede che le banche sono costrette a cedere i crediti deteriorati a prezzi estremamente bassi, pur di rientrare nei limiti determinati dalla Banca Centrale Europea. 

Infatti, dal 2015 le banche italiane sono state indotto a cedere i loro crediti deteriorati a prezzi molto bassi (tra il 10% ed il 30% del loro valore). 

I poveri debitori sono costretti a lasciare la loro abitazione, spesso costretti a cedere o a cessare la propria attività gravata da debiti non risarcibili, e le società finanziarie acquistano e lucrano con margini di guadagno inaccettabili.

Gli unici che ci stanno guadagnando sono proprio i fondi cessionari che hanno comprato a 10 o 30 (nel peggiore dei casi) quello che vale almeno 100 e, anche se c’è una percentuale di crediti non esigibili, i loro ricavi sono ugualmente molto alti. 

Per i debitori (circa 10 milioni di soggetti tra obbligati, coobbligati, garanti e dipendenti delle imprese in crisi) è cambiato poco: avevano oltre 360 miliardi di debiti verso le banche, ora quegli stessi debiti li hanno verso i fondi di investimento cessionari.

Se l’Italia deve ripartire tutto ciò deve essere tenuto presente dal Governo al fine di attuare delle misure per superare tale stato di fatto anche in considerazione che la maggioranza degli aiuti che lo stesso ha proposto alle imprese si traducono in ulteriori indebitamenti.

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