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Crisi. Longobardi a Padoan, micro e piccole aziende dimenticate

“Le micro e piccole imprese sono state abbandonate dal governo che con la legge di stabilità appena approvata non ha varato le necessarie misure per dare fiducia a chi rappresenta la spina dorsale dell’economia italiana. Per noi, per le 122mila aziende che Unimpresa rappresenta, i segnali di miglioramento segnalati oggi dal ministro Padoan non esistono: non migliora il credito, i consumi sono asfittici e le prospettive restano buie; l’unico segno più nei bilanci è quello legato al fisco perché la pressione delle tasse invece di calare, sale costantemente”. Così il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, in merito alle dichiarazioni rilasciate oggi in un’intervista al Corriere della sera dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, si va incontro a una stangata fiscale da oltre 64 miliardi di euro nel triennio 2015-2017. Il complesso delle misure inserite nella legge di stabilità per il 2015 appena approvata dal Parlamento prevede maggiori entrate, al netto dei tagli, per 64,7 miliardi tra il 2015 e il 2017, con un incremento della spesa pubblica per 62,4 miliardi. Gli interventi di riduzione del carico fiscale pari a 25,8 miliardi nel triennio sono infatti sterilizzati da un parallelo aumento del prelievo tributario per 89,5 miliardi.
Nel 2015 a fronte di minori entrate per 6,4 miliardi scatteranno maggiori imposte per 16,2 miliardi col risultato di un aggravio netto per 10,3 miliardi. Nel 2016 sono previsti tagli di tasse per 9,3 miliardi, ma maggiori tributi per 32,7 miliardi col risultato di un aggravio netto per 23,3 miliardi. Nel 2017, i 9,06 miliardi di minori entrate saranno “compensati” da 40,08 miliardi di incrementi fiscali per un incremento netto di imposte pari a 31,02 miliardi. Complessivamente nel triennio sotto esame, le minori entrate previste per 25,8 miliardi di euro sono “mangiate” da aggravi fiscali per 89,5 miliardi, pari a una stangata “netta” da 64,7 miliardi.
Andando sul versante della spesa pubblica, si scopre che i tagli per 29,6 miliardi sono più che superati da nuove uscite per 102,09 miliardi. Nel 2015, la spending review inserita nella manovra assicurerà risparmi per 8,4 miliardi e porterà uscite aggiuntive sul bilancio statale per 25,4 miliardi con un incremento netto della spesa pubblica per 17,06 miliardi. Nel 2016, i risparmi per 10,7 miliardi sono “bilanciati” da incrementi di spesa per 36,9 miliardi col risultato di un incremento netto di 26,2 miliardi. Nel 2017, sono previste riduzioni di uscite per 10,4 miliardi e maggiori spese per 39,6 con un incremento netto di spesa per 29,1 miliardi. Complessivamente, nel triennio sotto esame i tagli di spesa per 29,6 miliardi sono “bilanciati” da aumenti per 102,09 miliardi con un aggravio netto sul bilancio pubblico di 62,4 miliardi.

Ufficio Stampa Unimpresa
a cura dell’Ago Press
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