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Crisi. Longobardi, riforma concertazione sia graduale

“La concertazione appartiene alla storia del Paese e in particolare agli ultimi 20 anni. Che ci sia bisogno di rivedere i meccanismi di dialogo tra le parti sociali e il Governo non c’è dubbio. Tuttavia, qualsiasi processo di riforma si voglia avviare, per il quale ci dichiariamo sin da subito pronti a discutere, deve essere graduale”. Così il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, sulle dichiarazioni del premier Mario Monti in merito alla concertazione che, secondo Monti, ha prodotto mali contro cui il governo combatte attualmente.
“Sfrutterei un eventuale tavolo per riformare il modello di concertazione – aggiunge Longobardi – come occasione per un patto ben più ampio con governo e parti sociali. Siamo convinti che serva subito un intervento drastico volto alla riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese; in questo senso dunque siamo pronti a discutere un accordo con tutte le parti sociali: l’unico modo per cercare di portare il nostro Paese fuori dal tunnel”. E ancora: “Da tempo ribadiamo la necessità di agire sulla pressione tributaria che si sta rivelando una zavorra per l’intero Paese. Insieme con i sindacati, con le altre organizzazioni imprenditoriali e con il Governo dobbiamo trovare la soluzione per abbattere le tasse. Solo così possiamo sperare di uscire dalla bufera e di salvare l’economia italiana”.
Non solo. «L’Esecutivo deve mettere in condizione l’economia italiana di agganciare la ripresa», dice il presidente. E se non c’è la possibilità di mettere in campo strumenti concreti per la crescita, che pure continuiamo ad auspicare e che non sembrano aver visto la luce col decreto sviluppo, allora un primo passo per tendere la mano alle imprese, specie quelle più piccole che rappresentano l’ossatura del Paese, potrebbe arrivare da una sorta di moratoria sul fisco col blocco delle cartelle per un determinato periodo e lo stip agli interessi di mora« osserva il numero uno di Unimpresa. Nel dettaglio, si tratterebbe di: «a) individuare una sorta di periodo di ‘grazia’ nel quale l’amministrazione finanziaria congela le cartelle e b) stabilire una data, magari tornando indietro sul calendario, a partire dalla quale le società di riscossione delle imposte, Equitalia su tutti, dovrebbe bloccare il ca lcolo e quindi la maturazione di interessi e more di vario tipo, lasciando nelle cartelle le sole somme iscritte a ruolo dagli enti impositori» precisa Longobardi.

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