“Lo stop all’aumento dell’Iva dal 21 al 22% deve essere la priorità, in questo momento, per il Governo. Evitare questo ulteriore inasprimento è indispensabile anzitutto per tenere a bada la pressione tributaria che in Italia è ampiamente sopra la media europea. Ma non solo: siamo convinti che l’aliquota non debba crescere anche per dare un segnale di fiducia ai cittadini e alle imprese e quindi per spingere i consumi. Così il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, a poco più di un mese dal teorico incremento dell’aliquota Iva dal 21 al 22% previsto per il 1 luglio. “Il contribuente, ormai, teme che lo Stato non abbia più limiti nell’utilizzo della leva fiscale. Perciò – spiega Longobardi – di fronte a un’altra stangata, le famiglie sarebbero indotte a risparmiare il più possibile e ad aumentare le riserve per far fronte ad altri futuri prelievi fiscali. Tutto ciò, peraltro, con un inevitabile effetto boomerang sul gettito erariale che finirebbe per essere più basso di quello garantito non solo dall’aliquota al 21% ma addirittura, come dimostrato dai dati del Dipartimento delle finanze, più basso di quello assicurato in passato con l’aliquota al 20%”. Il presidente di Unimpresa lancia poi una proposta al presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel giorno dell’assemblea dell’associazione degli industriali: “Il Paese – dice Longobardi – è sull’orlo del baratro e su questo siamo d’accordo col presidente Squinzi, al quale chiediamo la creazione di un tavolo di lavoro comune e permanente tra grandi gruppi e micro-imprese, in modo da trovare soluzioni unitarie anche per fare al Governo richieste unitarie”.
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a cura di Ago Press
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